Questa settimana abbiamo parlato del rapporto che i nuovi media hanno nel formare la società con un esperto del settore. Si tratta di Marco Scarcelli, professore e ricercatore dell’Università di Padova e, da quest’anno, anche direttore del corso di laurea triennale “Comunicazione”. Uno dei punti cardine del suo lavoro di ricerca è il modo in cui la sessualità delle persone cambia e si forma vivendola anche online attraverso, per esempio, le dating app. Prendendo in considerazione il contesto italiano, diverso culturalmente da altri Paesi anche a noi vicini, ci siamo fatt3 spiegare un paio di concetti chiave.
Innanzitutto, Scarcelli ha sottolineato come la pandemia abbia accelerato la diffusione e l’utilizzo di app di dating.
“Durante il lockdown, quando eravamo chiusi in casa, abbiamo apprezzato un po’ di più questo modo di conoscersi e di interagire. Si è rotta, in qualche modo, la barriera del taboo, anche se ancora c’è un po’ la visione di “app di dating = sesso facile”. Possiamo vedere, anche dagli studi che abbiamo fatto, come moltissimi ragazz3 e adult3 utilizzino le app di dating per i motivi più disparati: dalla ricerca di una relazione fugace fino a una relazione più stabile, oltre a tutte le sfumature che ci sono in mezzo. Ho sentito molti luoghi comuni come “adesso per colpa delle app di dating nessuno si presenta più e non ci si conosce più dal vivo”
Non possiamo che dirci d’accordo con la conclusione di Scarcelli. D’altronde, il panico morale che si può notare con la diffusione di nuove tecnologie oggi non è una novità.
Esiste, infatti, un articolo dall’autore sconosciuto che veniva pubblicato a inizio 1800, chiamato “Novel Reading. A Cause of Female Depravity”. La traduzione del titolo è più o meno un “La lettura di novelle. Causa di depravazione femminile.” Sicuramente si tratta di temi diversi rispetto a quelli che stiamo affrontando qui, ma sono comunque abbastanza vicini da poterli mettere a confronto.
“La società e le tecnologie si danno forma a vicenda, si chiama mutual shaping. Forse, però, queste tecnologie hanno rincorso un cambiamento che già era in atto e si sono inserite all’interno dell’idea di società che possedevamo, in cui tutto deve essere perfetto. In questa idea di società sono presenti la paura del rifiuto e l’idea che non si può fallire. Facciamo le battute “instagram vs realtà” perché effettivamente esiste una rappresentazione della realtà e poi la realtà vera e propria con le sue difficoltà. A ogni modo, le dating app hanno portato a una serie di cambiamenti, anche a livello di interazione”
Il Prof. Scarcelli ci ha poi spiegato più tecnicamente quello che succede quando la società affronta un cambiamento. Risulta difficile attribuire la causa della trasformazione di usi e costumi, per esempio, a una nuova tecnologia, come potrebbero essere le dating app nel nostro caso. Il problema sta nel solito quesito: la società si modifica per colpa delle novità oppure le novità sono la causa del cambiamento stesso?
“Le app di dating sono prodotti di aziende, le quali non hanno convenienza a far trovare l’amore subito. Con tutti i metadati che possiedono, potenzialmente potrebbero proporre persone simili ai vari utenti, invece sappiamo tutti che il comportamento viene studiato. Ogni app, infatti, ha le sue caratteristiche e possiede design appositi che ti inducono a non mollarla facilmente. Non mi pare casuale, infatti, che le persone dicano “se io non accedo per un po’, appena lo faccio “matcho” abbastanza velocemente; se invece sto lì tutti i giorni, non succede così facilmente”: c’è un algoritmo, che è fatto per mantenere l’attenzione all’interno dell’app”
C’è, quindi, un ulteriore aspetto da considerare: le dating app non si propongono di fare trovare all’utente ciò che cerca come scopo principale, ma hanno l’obiettivo principale di fargli utilizzare l’app il più possibile. Ovviamente diciamo questo non per fare allarmismo, ma cerchiamo di circoscrivere il perimetro in cui ci si muove quando si tratta questo argomento: bisogna avere un quadro completo della situazione per poterla comprendere fino in fondo.
“Sicuramente ci sarebbero delle modifiche da fare, ma personalmente non condivido la visione che dice “l’amore non c’è più perché ci sono le app”. Un altro luogo comune dice che siamo diventati più superficiali proprio per l’esistenza delle app e che tramite esse puoi trovare più persone “donandoti” a destra e a manca. C’è sicuramente qualcun3 che lo fa, ma c’è anche chi le usa come un mezzo diverso per fare nuove conoscenze, soprattutto dai 30 anni in su, quando viene più complicato agganciare persone nuove e uscire dalla propria bolla”
Concludiamo quindi il nostro focus sulle dating app con una nota positiva. Dopotutto, come per qualsiasi cosa, se questa abbia effetti positivi o negativi, dipende sempre dall’uso che se ne fa.