Dialetto 2.0

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Il dialetto veneto proviene da parlate pre-latine. Le origini preistoriche di questa lingua fanno solo intuire la sua importanza: il dialetto veneto, tra i dialetti italiani, ha avuto una vastissima diffusione. Attualmente la lingua veneta è parlata da 8 milioni di persone ed è stata riconosciuta dall’UNESCO, con la legge 8/2007 della Regione Veneto, patrimonio linguistico-culturale dell’umanità.

Sicuramente il primo metodo per mantenere viva la tradizione dialettale della Regione è cercare di tramandare di generazione in generazione le proprie conoscenze dialettali.

Queste lingue “altre”, rispetto all’italiano canonico, stanno infatti subendo una lenta ma inarrestabile scomparsa. Il declino è noto da tempo ma sono i numeri a metterci davanti alla triste realtà: dal 1995 al 2012 sono stati quattro i rilevamenti compiuti dall’Istat e si è passati da un 23,7% della popolazione che parlava abitualmente il dialetto ad un misero 9% . Nella nostra cultura, come nelle culture regionali di tutt’Italia, i modi di dire rappresentano una parte essenziale della tradizione locale e anche l’ultimo baluardo a difesa del dialetto. 

Creator digitali come Proverbi veneti, Citazioni venete e Francesca Paluan mostrano come il web 2.0 possa salvare, con nuove strategie, la nostra tradizione linguistica, rendendola al contempo contemporanea e di intrattenimento. Francesca Paluan spiega come la sua pagina, Haiku Veneti , sia pensata per fare in modo che i suoi post su detti e proverbi locali rappresentino piccole guide ai comportamenti quotidiani da mettere in pratica ogni giorno. Luoghi comuni in cui s’annida la realtà di tutta una vita, scritta in veneto! 

Anche il content creator Massimo Barco ha fatto del dialetto uno dei suoi punti di forza: Veneto, viralità e ironia, ecco gli ingredienti del suo successo, come spiega lui stesso.
«I miei video sono comedy: situazioni normali e quotidiane trattate con ironia. Ho fatto un percorso per crescere sui social e mi rendo conto che parlare in veneto è una scelta, molte persone mi dicono: Io non so il veneto, l’ho imparato con te, ascoltando i tuoi video”» 

Una missione, quella di parlare in dialetto, che è diventata un simbolo di genuinità e autenticità per il giovane content creator di soli 23 anni, tra i nomi più promettenti della community di creator per i social media made in Veneto.

I modi di dire in questa Regione sono tanti. Ogni detto è a sé e conserva la saggezza degli antichi saperi popolari che, seppur cristallizzati, mantengono la loro capacità di guidare le persone con saggezza. Certi vocaboli e modi di dire non si possono proprio ignorare, per esempio:

Il bocia (al plurale semplicemente i bocia) è un bambino, un giovane ragazzo o teenager, definibile anche puteo (o putin) e toxo o toxato (o toxeto).
El canton è un angolo. Si può usare in senso proprio ma anche in senso figurato…il verbo incantonare, in dialetto, significa invece “nascondersi”, a volte anche per amoreggiare.
Spriss è il modo, proprio veneto, con cui si pronuncia la parola lo spritz, bevanda alcolica inventata in questa Regione.
Tra i modi di dire più divertenti invece possiamo trovare:
Vecio come el cuco, che significa vecchio come il mondo.
Dare/ciapare la carne traducibile con fare/ricevere una ramanzina.

Sicuramente il Veneto è famoso per moltissimi altri modi di dire dialettali, alcuni che sfociano nel vero e proprio turpiloquio. Ma nella comunicazione, si sa, conta solo “quanto se ne parla”, dunque lasciamo ampia libertà all’utilizzo dei termini dialettali, in linea con la tendenza glocal oggi tanto di moda. L’importante è avere sempre a mente il valore della tradizione della propria Regione e forse, come nel caso di Massico Barco, i numeri daranno ragione a questa scelta.