L’evoluzione della bottega

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Ancora una volta siamo tornati a parlare di bottegai: questa settimana con Diego, proprietario di Razza Amore Puro. La sua storia è come quella di tanti artigiani: da un lavoro “come tanti” è riuscito a trasformare la propria passione in attività redditizia. Come Alice e Mirko di Coeman, per esempio.

In particolare, Diego lavora il cuoio con una concia al vegetale: la più tradizionale, naturale ed ecologica. Questo non significa che sia cuoio di origine vegetale, ma che i materiali utilizzati per trattare la pelle lo sono. Si tratta di tannini, derivati di piante e alberi, che in natura servono per conservare la corteccia degli alberi. Nella lavorazione del cuoio servono per rendere la pelle lavorabile e arrestarne il processo di decomposizione.

Quello della concia al vegetale è un processo di lavorazione della pelle risalente alla Preistoria, con una lunga tradizione alle spalle. È dal Diciannovesimo secolo, invece, che si è diffuso un altro metodo di concia, quella al cromo, con la quale si lavorano all’incirca l’80% dei prodotti di cuoio al mondo. La pelle conciata al cromo, però, rispetto a quella conciata al vegetale, sebbene sia perfetta per l’industria della fast fashion, mette in secondo piano altre qualità.

Ritornando a un processo di concia vegetale e tradizionale, quindi, si è in grado di rispondere a bisogni moderni come quello dell’ecosostenibilità.

Ovviamente non tutte le invenzioni moderne sono venute per nuocere. È un bene se oggi i nostri artigiani possono lavorare anche quando il sole tramonta grazie all’elettricità, e tenere rapporti con clienti anche distanti tramite internet.

Ma la tradizione italiana artigiana è un bene prezioso per questo Paese, che ne ha fatto un pregio del marchio “Made in Italy”. Se si risale alla radice etimologica della parola “artigiano“, ad esempio, scopriremo che, derivando da arte, indica chi esercita un’attività:

“per la produzione (o anche riparazione) di beni, tramite il lavoro manuale proprio e di un numero limitato di lavoranti, senza lavorazione in serie, svolta generalm. in una bottega”

Il senso della parola arte cambia anche in base alla storia del significato della parola stessa. L’arte non è più solo quella pittorica o scultorea, ma è propria di chi lavora con le mani, come gli artigiani stessi. E se si va a cercare il significato di “bottega“, si scoprirà che, in origine, non indicava il negozio degli artigiani. Secondo l’enciclopedia Treccani, infatti, il termine deriva dal latino “apotheca”, che a sua volta deriva dal greco antico.

In origine, la bottega, doveva essere una specie di magazzino, un ripostiglio dove riporre oggetti di ogni genere. Da magazzino poi la bottega è diventata vetrina, quindi un posto dove esporre le merci in vendita e anche dove conservarle. Infine, la bottega è arrivata ad assumere il significato che ha oggi, quindi un luogo dove l’artigiano svolge la propria attività su commissione di un cliente, simile a negozio ma più familiare.

Il termine bottega, poi, durante il Rinascimento italiano, ha assunto anche un significato ancora più specifico: si diceva, infatti, “mettere a bottega”. Questo significava mandare i propri figli a studiare nelle botteghe di artisti rinomati, come è successo a molti che poi sono passati alla storia per le loro doti artistiche: da Leonardo Da Vinci a Botticelli.

C’è una regione italiana, in particolare, che ci ha tenuto a salvaguardare la figura del maestro artigiano. Si tratta della Toscana, che con la legge regionale 53 del 2008 decreta l’esistenza del Maestro Artigiano e della Bottega Scuola. Il progetto serve a tutelare la professione dell’artigiano e a istituire una serie di scuole dove questi possono insegnare il loro mestiere a futuri artigiani. Al giorno d’oggi, i Maestri Artigiani accreditati dalla regione Toscana sono 160 e operano nei settori più disparati: pelle, vetro, ceramiche, gioielleria e ricamo.

Attività artigianali come quella che svolge Diego Martino di “Razza amore puro” hanno dunque una lunga tradizione, che le ha portate a diventare parte integrante del patrimonio nazionale. In quanto arti antiche vanno infatti trasmesse e tutelate, per permettere che la loro storia continui ad essere tramandata di generazione in generazione.