Il privilegio in Italia

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Quando abbiamo intervistato Gaia Pulliero questa settimana, tra le tante cose di cui abbiamo parlato c’è stata la questione del privilegio.
Quando un anno fa è scoppiato il caso Mahsa Amini si è tornat3 a parlare sui media proprio di questo. Quello che vogliamo fare con l’editoriale di oggi non è tanto spiegare perché sia importante parlare di privilegio, quanto offrire uno spunto di riflessione sugli argomenti citati proprio da Gaia.

“Io penso che, avendo la possibilità di lavorare in questo settore, la cosa più urgente sia cercare di piegare le proprie competenze a favore di coloro che hanno meno di noi. Sicuramente il focus del mio operato attuale e futuro è quello di cercare di avere un’utilità a livello pratico e sociale”

Noi ci troviamo e operiamo in Italia, che fa parte dell’occidente del mondo e essendo persone anche etnicamente italiane godiamo di una maggiore risonanza mediatica rispetto ad altri. Nel caso specifico di cui stiamo parlando, cioè dell’omicidio di una ragazza curda in Iran, era importante essere in grado di diffondere la notizia, restando attenti però a non farlo nei modi sbagliati. Tante volte può capitare, infatti, di utilizzare senza rendersene conto linguaggi velati di razzismo e islamofobia, soprattutto quando si parla di episodi come quello di Mahsa Amini.

Islamofobia” è un neologismo che indica pregiudizio e discriminazione verso musulman3 e, in generale, l’Islam. Il primo pensiero che può venire in mente quando si parla di un caso come quello di Mahsa Amini, arrestata e in seguito uccisa perché non aveva indossato il hijab nella maniera corretta, è che la colpa sia stata del velo stesso. Questo pensiero può formarsi perché storicamente il nostro Paese non ha mai avuto una grande popolazione musulmana, che era quasi inesistente fino agli anni 60 del Novecento. Al 2016, però, i musulmani in Italia erano circa un milione, più precisamente il 2,34% della popolazione italiana, rendendo l’Islam la seconda religione più diffusa nel nostro Paese. Con le migrazioni partite dalla fine del secolo scorso, la comunità musulmana in Italia è cresciuta notevolmente: questo dovrebbe spingere il resto della popolazione, di etnia bianca, a parlare in modo consapevole di queste questioni.

Una parentesi a parte meriterebbe il razzismo in Italia, ma bisognerebbe dedicargli un articolo tutto suo. Il nostro invito, per questa settimana, è di riflettere sulla posizione privilegiata che si ricopre nella nostra società, se la si ricopre. Inoltre, è sempre bene tenersi informati sui linguaggi più appropriati da utilizzare e in che contesti usarli. In questo periodo storico di grandi cambiamenti, dovremmo provare a essere tutti un po’ più tolleranti l’uno verso l’altro, ascoltarci e correggersi quando si sbaglia.