
“Mi chiamo Barbara Da Forno e sono la titolare della libreria Zabarella aperta nel 2014. Ho lavorato da 11 anni per una casa editrice di Padova, in cui mi occupavo delle stesse mansioni che svolgo tutt’ora, ovvero gestire i rapporti con le altre librerie. Questo era il punto vendita di un altro librario, ma che purtroppo non stava funzionando. Siccome il mio percorso nella casa editrice si era ormai esaurito, ho capito che per me era arrivato il momento di rimettermi in gioco e sono subentrata nell’attività. Ho fatto questa pazzia, sapevo che c’era una nicchia di mercato che non era coperta qui a Padova, che era quella degli editori indipendenti. Otto anni fa non c’era nulla del genere, poi sono arrivate anche altre librerie con un progetto simile al mio”
“Mi ero innamorata dello spazio di questa libreria che pur essendo in centro non è poi visibilissima, per cui è stato fondamentale l’organizzazione di eventi promozionali per farmi conoscere. È stato un investimento che mi ha sempre dato soddisfazioni”
“Poi è arrivato il Covid. Un momento di crisi che ha aperto a delle opportunità. Ero abituata a organizzare due o tre eventi a settimana. Ero terrorizzata all’idea di perdere questa parte di anima del mio negozio, invece l’attività è andata avanti lo stesso e ciò mi ha fatto comprendere che la libreria era giusto che fosse quasi esclusivamente solo una libreria”
“Ho proposto degli eventi online che in realtà sono andati piuttosto bene, le persone erano interessate al tema dell’incontro e comunque compravano il libro di cui avevamo parlato”
“Mi sono accorta che prima del Covid avevamo in palinsesto davvero troppe proposte. Questa interruzione improvvisa ha rimescolato le carte in tavola, ho iniziato a selezionare i contenuti, ritrovandomi finalmente a fare la libraia e non la organizzatrice di eventi”
“Tutto quello che è esposto in libreria è scelto da me, inserito e posizionato dalle mie mani”
“La libreria indipendente dà spazio al libro che crede più valido, al contrario delle catene che stipulano dei contratti con le case editrici che pompano un autore a prescindere dai suoi contenuti, che possono essere meno autorevoli di altre pubblicazioni. La libreria indipendente sceglie cosa vendere anche a gusto, ma dietro c’è una profonda ricerca, la strategia di vendita è la qualità della proposta, che è assolutamente un punto di forza”
“Ciò che si vende tanto da altre parti, qui non viene ricercato”
“Le questioni di genere e di impegno politico sono letture molto richieste dai giovani. Gli studenti leggono tutto e sono informatissimi su questo tipo di argomenti, i libri sul movimento femminista vengono acquistati anche da parecchi ragazzi, che vogliono comprendere e cercare un dialogo con questo tipo di pensiero”
“Io sono esclusivamente concentrata sugli editori indipendenti. Altre librerie come la mia vendono libri di editori commerciali, che io cerco di non proporre, perché la qualità dello scritto per me è più importante”
“La libreria Zabarella si basa per il 90% sui rapporti diretti con gli editori”
“I libri nel mio negozio vengono esposti in base al principio del “buon vicinato”, ideato dallo storico tedesco Aby Warburg «secondo cui nella biblioteca perfetta, quando si cerca un certo libro, si finisce per prendere quello che gli sta accanto e che si rivelerà essere ancora più utile di quello che cercavamo». Io dispongo i libri in questo modo, ogni libro è collegato all’altro per un motivo, ma se ne distacca in qualche modo per un’altro”
“Sempre Warburg aveva individuato delle formule di pathos «Pathosformeln», che l’essere umano utilizza da sempre per comunicare, si intendono alcune immagini archetipiche che ritornano in contesti differenti”
“I libri affrontano le stesse tematiche e lo fanno con gli stessi codici, nel lutto, ad esempio, è sempre presente l’acqua. Sono da sempre stata visiva, mi sono laureata in storia dell’arte e mi piace giocare sulla comunicazione tra le copertine dei libri. La copertina per me è fondamentale”
“Il libro per me si giudica anche dalla copertina. La bellezza è oggettiva, si può sostenere che qualcosa non sia nelle proprie corde, ma quella cosa rimarrà sempre oggettivamente bella”
“Le copertine dei libri per me sono importantissime e non sono la prima a dirlo, anche Roberto Calasso era un forte sostenitore di questa tesi, poiché il racconto di un libro inizia proprio da lì”
“Sono sommersa da cose stupende, una marea di libri che purtroppo non riesco a leggere, sarebbe davvero impossibile. Trovo il tempo di leggere almeno 10 pagine per ciascuno. Non serve mangiare una pizza intera per capire se questa è buona o meno, lo stesso vale per un libro. Cerco di gustare uno spicchio di ogni lettura che passa nella mia libreria”
