Cappelleria Zin e De Lucia
(Livio e Francesco Bacco)

L’abito non fa il monaco, ma concorre a costruire più saldamente l’identità di ciascuno di noi. Ci sono oggetti che hanno lasciato una traccia indissolubile nelle storia della letteratura, del cinema, della musica… Tra questi, una buona parte sono anche cappelli. Che sia Napoleone Bonaparte, Sir Winston Churchill o Indiana Jones: questi cappelli hanno definito la nostra idea del personaggio, rimanendo indelebili nella nostra memoria. Dei cappelli che hanno scritto la storia di Padova ce ne parlano Livio e Francesco, i proprietari della Cappelleria Zin e De Lucia.
Cappelleria Zin e De Lucia  

Cappelleria Zin e De Lucia - Padova Stories -16

Livio: “Sono Livio Bacco. Insieme a mio fratello – Francesco Bacco – gestiamo la cappelleria più antica di Padova. La fondazione dell’attività risale al 1879, i cui fondatori sono Zin Italia e Nicola De Lucia, che hanno fondato l’attività prima in forma ambulante. In questa forma è durata per circa una trentina d’anni, fino al 1920. In quell’anno comprarono un primo pezzo di negozio, acquisendo il secondo successivamente. Da quel momento si è andata costruendo l’identità dell’attività e dei suoi prodotti – ancora fortemente consolidata nel presente. Siamo molto conosciuti

La nostra è una clientela molto variegata che abbraccia sia un pubblico giovane – che si interessa al feltro, al berretto particolare – sia un pubblico più maturo che ricerca un vecchio modello prezioso che ha posseduto per anni. Nel tempo ci siamo aperti anche al mercato femminile, che dona molte soddisfazioni allo stesso modo. La nostra clientela è abituale, si conferma di anno in anno. Chiaramente arrivano anche molti clienti nuovi anche da zone limitrofe, dal momento che in città le cappellerie sono molto poche. Chi acquista da noi una volta, generalmente, ritorna ed è soddisfatto. Molte attività come la nostra non riescono a resistere a causa di un mancato cambio generazionale. Il turismo ci aiuta ad avere sempre nuovi clienti e Padova, in questo momento storico, sta esplodendo di sempre nuovi turisti”

I nostri articoli comprendono l’accessorio in generale, il cui fulcro è la cappelleria, quindi: cappelli, berretti, copricapi di qualsiasi genere, sia invernali che estivi. Abbiamo anche scarpe, cinture, guanti, bretelle, cravatte. Abbiamo alcune migliaia di articoli in totale”

Francesco: “Ho iniziato da subito a lavorare qui. Quando andavo al liceo, venivo qui a fare il cassiere, soprattutto durante la stagione natalizia. Quando ho capito che il lavoro faceva per me, pian piano mi sono inserito ed è stato un processo molto naturale. In quel periodo lavoravo con nostro padre”

Livio: “Il nostro inserimento all’interno dell’attività è stato qualcosa di automatico, mosso in primis dalla passione che tutti nutrivamo per questo locale. Il lavoro non è mai stato qualcosa che rimaneva all’interno delle mura del negozio, non si finiva di parlarne una volta abbassata la serranda: ogni momento era il momento adatto per discutere della giornata lavorativa, delle prospettive, dei progetti. Prima di venire a lavorare qui, ho lavorato una decina d’anni nella ristorazione. Era quel periodo in cui si frequentavano i circoli con le tessere: ho iniziato con un’attività di Internet Caffè in zona Portello. Successivamente, insieme ad un amico, ho deciso di aprire un ristorante – nella zona dell’ospedale. Quest’ultima è durata una decina d’anni. La ristorazione è ancora più impegnativa, si lavora sempre, anche durante le festività – chiaramente. Poi mi sono sposato, mia moglie era incinta e ho deciso di cambiare lavoro, riagganciandomi all’attività di famiglia. Il lavoro in cappelleria è sempre stato qualcosa di impastato con la vita familiare, nel tempo ho sempre dato il mio contributo. Per far funzionare un’attività bisogna garantire il ricambio generazionale, dando spazio alle nuove generazioni che sappiano intraprendere l’attività apportando un tocco di modernità

Qui a Padova ci sono altre due cappellerie, con cui siamo in ottimi rapporti. Dal punto di vista della storicità del negozio, noi siamo un punto di riferimento. Il tratto che ci distingue maggiormente è la collaborazione con Borsalino, siamo una sorta di esclusivisti per quel marchio. Una collaborazione effettiva, anche se parziale, dal momento che Borsalino concede altre tipologie di articoli ad altri negozi. Il fatto di rivedere ufficialmente quel marchio ci ha sempre identificato, a Padova. In generale, con le altre cappellerie condividiamo diverse marche, anche se – giustamente – cerchiamo di non sovrapporre la produzione e l’offerta, in termini di tessuti e modelli. Il mondo del cappello è bellissimo, anche se abbastanza ristretto, è molto semplice proporre gli stessi articoli”

“Come ricerchiamo i prodotti? In primis consolidiamo quelli che già possediamo e che abbiamo posseduto nel tempo, soprattutto quelli italiani – provenienti dal Sud, nello specifico Puglia. La Puglia è un un grosso comparto di produzione di berretteria. Chiaramente poi facciamo molta ricerca sul territorio, oltre a prendere in considerazione le aziende che si propongono spontaneamente. Accettiamo solo aziende che, ovviamente, rientrano nel nostro standard di qualità. I fattori da prendere in considerazione sono molti, in primis – di sicuro – la serietà

In passato il cappello era una parte fondamentale dell’abbigliamento, non si usciva senza un cappello in testa. Ci sono delle testimonianze fotografiche spettacolari di comizi politici che, dall’alto, si presentavano come una schiera pressoché infinita di cappelli. Ci sono cappelli fondamentali e cappelli particolari, che il tricorno – che appartiene ad un abbigliamento che rientra nello stile storico

“Un cappello che ha fatto la storia di Padova è, sicuramente, la feluca: il cappello della goliardia universitaria. Si tratta di un cappello che, tra gli universitari, andrebbe consegnato al primo anno di studi. È un articolo pulito, semplice, che accompagna la vita dello studente fino alla laurea. Di anno in anno, secondo la tradizione, va arricchito con specifici accessori appartenenti al singolo percorso particolare. La regola stabilisce che il cappello debba essere regalato

Perché Borsalino è importante? Perchè si tratta di un marchio legato alla storia d’Italia, dal momento che risale al tardo ottocento. Ha avuto un boom di riconoscimenti quando è stato indossato da Alain Delon, diventando così un simbolo di distinzione, classe ed eleganza. Ci sono due grandi famiglie di tessuti per cappelli: il feltro di lana e il feltro di lepre. Il primo è un panno di lana leggermente più pesante, ruvido. Il feltro di lepre è, invece, molto liscio, leggero e, allo stesso tempo, caldo. Il pelo del coniglio è, sicuramente, una caratteristica originale e di spicco. Non trattiamo molto il cappello sintetico, generalmente è un materiale che viene utilizzato per creare una struttura più solida. In genere, però, si tratta principalmente con lana. I tessuti sintetici, inoltre, non sempre accolgono bene il colore”

In negozio proponiamo anche articoli non italiani: i Panama, per esempio, sono il tipico cappello estivo proveniente dall’Ecuador. Sono cappelli molto pregiati, firmati”

Il cappello è un accessorio che è tornato di tendenza, anche nel pubblico più giovane. Chiaramente un giovane, tendenzialmente, non ha le stesse possibilità dell’adulto. Spesso i ragazzi si abituano ai modelli pregiati partendo da un cappello di “bassa qualità”, comprato dalle grandi catene. Per una motivazione economica partono da quello, per poi rivolgersi a noi non appena hanno le idee chiare. Una volta acquistato, il cappello è un accessorio che accompagna tutta la vita, deve essere scelto con cura. Comprare qualcosa di valore è un modo per togliersi una piccola soddisfazione

Ad oggi, qui abbiamo anche i servizi di stiratura e lavaggio. Una volta proponevamo anche il cambio del nastro, il cambio del marocchino in pelle dentro al cappello, adesso non riuscivo più, anche perché i cappelli hanno una lavorazione diversa rispetto ad un tempo”

Cappelleria Zin e De Lucia - Padova Stories -5

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