Da bottega di quartiere ad una delle gallerie d’arte più famose di Padova: CD Studio d’Arte – sotto la guida di Carlo Silvestrin e Daniela Guidolin – ha accresciuto il tessuto artistico padovano grazie alla numerosa affluenza di giovani promesse artistiche, locali e internazionali. Con uno sguardo indirizzato verso il futuro, questa galleria è fautrice della “Super Walls Biennale di Street Art”: un evento in cui Padova – già famosa per il denso patrimonio architettonico, storico e culturale – si è proiettata verso un progetto che mira a smuovere la coscienza artistica dei propri quartieri.
CD Studio d’Arte
(Carlo Silvestrin e Daniela Guidolin)

Daniela Guidolin: “La nostra attività di corniceria è storica: fondata da mia madre nel 1974 a San Bellino, dove ci è rimasta per circa vent’anni, occupandosi solo delle cornici. Dopo i primi vent’anni di attività ci siamo trasferiti nella nuova sede, sempre in Arcella, continuando la tradizione. Mia madre ha sempre avuto la passione per le cornici: le apprezzava e ne comprava anche di molto particolari. È stata lei a trasmettermi questa passione e questo è il motivo per cui, ora, abbiamo circa 650 tipologie e, ovviamente, siamo in grado di fornirle tutte. Per quanto riguarda la galleria d’arte, la storia è diversa. Inizialmente, nel negozio di San Bellino, i miei genitori vendevano solo qualche grafica. Trasferendoci abbiamo ampliato la nostra offerta”
Carlo Silvestrin: “La galleria nasce dalla nostra passione per l’arte e per i viaggi. Girando il mondo e collezionando quadri abbiamo conosciuto molti artisti. Così abbiamo deciso di introdurre delle collaborazioni. Amici e appassionati d’arte ci chiedevano molti consigli sugli acquisti e noi cercavamo, con loro e per loro, di soddisfarne le richieste. Nel tempo si sono instaurate delle amicizie con gli artisti – sia italiani che internazionali – che, poi, sono diventati famosi. Le collaborazioni si sono susseguite fino a diventare un’attività professionale. Per qualche anno sono stato incaricato dal Ministero dei Beni Culturali di seguire la sezione “Arte” nel mondo cinematografico. Successivamente mi è stata affidata – per cinque anni – la direzione artistica del Museo di Villa Breda di Padova. Il mio sogno è quello di lasciare qualcosa alla città di Padova: per questo motivo è nato il progetto della Biennale di Street Art Super Walls, la cui prima edizione risale al 2019. La prima edizione ha coinvolto il comune di Padova e di Abano Terme con 16 artisti e circa 20 dipinti. La seconda edizione è stata proposta nel 2021: a questa hanno partecipato circa 39 artisti che hanno realizzato circa 35 dipinti sui principali edifici della città (edifici universitari, ospedalieri, sulle strutture di aziende pubbliche e private che ci hanno messo a disposizione le proprie pareti). Ai comuni di Abano e di Padova, che sono stati i promotori del progetto, si sono aggiunti altri 6 comuni: la provincia di Padova, svariati enti (università, infocamere, fondazione Cassa di Risparmio. Tutto questo ha fatto sì che la Biennale diventasse un evento irrinunciabile per la città. Questa esperienza è stata d’esempio per altri comuni che hanno deciso di aggiungersi per la prossima edizione, che si terrà nel 2023. Nel frattempo, il comune di Caorle ci ha incaricati di organizzare un’analoga manifestazione artistica chiamata “Caorle Sea Festival – Street Art Summer Experience” che è iniziata il 23 maggio 2022 ed è durata 15 giorni. Lo scopo è è stato dipingere la città di Caorle (Impiegare l’arte per la riqualificazione urbana e la valorizzazione delle ricchezze paesaggistiche e naturalistiche del litorale)”
Carlo: “La galleria continua con le sue iniziative ed è diventata un punto di riferimento per tutti i giovani artisti, che cercano uno spazio dove proporsi come tali. Cerchiamo di creare un punto di incontro tra gli artisti importanti e conosciuti a livello nazionale e internazionale con le giovani promesse. La nostra galleria ospita gli artisti che noi scegliamo. Qui espone solo chi è invitato a farlo: le persone possono ovviamente proporsi, ma siamo noi a valutarne la proposta e a decidere se coinvolgerli o meno qui. È importante sottolineare questo punto: qui nessuno paga per esporre! Effettuiamo una selezione, secondo i nostri gusti, scegliamo chi può esporre. Rimaniamo sempre fedeli alle nostre scelte, per quanto possano essere in controtendenza. Ovviamente la selezione implica anche la necessità di dire dei no. Non possiamo accettare tutti, non possiamo esporre tutto. Cerchiamo di mettere la nostra esperienza al servizio degli artisti e dei collezionisti. Facciamo sempre del nostro meglio, anche se si può sempre sbagliare”
Carlo: “Padova è da sempre una fucina per l’arte: già Shakespeare parlava di Padova come “città d’arte” ne “La bisbetica domata”. Padova è un laboratorio di sviluppo di correnti e movimenti artistici. A Padova, per quanto riguarda la street art, c’è stato un gruppo di writers che si chiamava EAD (acronimo di Escuela Antigua Disciples) : tra gli anni ’80 e ’90 la nostra città è stata un vero precursore di questa forma d’arte, nonostante sia nata come movimento di protesta sociale in primis negli Stati Uniti e poi cresciuta nel nord Europa. Quando è nato il progetto della Biennale di Street Art ho contattato questo gruppo padovano (anche se ora operano come singole individualità). Attualmente c’è maggiore consapevolezza da parte delle persone sulla questione artistica: l’arte non è un vezzo, non è un passatempo. Tuttavia, molti ancora sono convinti che gli artisti che abbracciano la Street Art siano solo alla ricerca di un posto dove dipingere e che nei muri trovino il loro pagamento. Poi, però, quando scoprono che quell’opera – su di un muro – vale migliaia di euro allora capiscono”
Carlo: “Il lavoro dell’artista è molto complesso: attraverso sperimentazione e conoscenza sono in grado di esprimere concetti in modalità che gli spettatori possano recepire e capire. Gli osservatori vedono qualcosa e l’apprezzano, esprimono un gusto estetico. Gli artisti, invece, devono dare vita – dal nulla – a quest’opera, dalla tela o dal muro bianco creano qualcosa che possa emozionare lo spettatore. Una volta i quadri si compravano per arredare casa, erano pochi i collezionisti veri: e questo li ha portati ad avere una fama mondiale. Oggi il collezionismo è molto diffuso, anche perché il benessere generale è aumentato rispetto al passato. Oggi c’è l’esigenza, e la possibilità, di arredare la casa con gusto. Quando una persona raggiunge un benessere economico che genera stabilità allora desidera circondarsi di cose belle: queste esistono e non sono necessariamente costose”
Carlo: “Se si sceglie di investire nelle giovani promesse artistiche – come facciamo noi – si ottiene qualcosa di artisticamente interessante che, nel tempo, si rivela un vero investimento. Per questo penso che sia giusto investire in quello che ci piace – meglio ancora se supportati da una galleria e da dei professionisti. È inutile circondarsi di cose di valore solo per il gusto di possederle, è molto meglio acquistare ciò che ci piace e valorizzarlo secondo i propri gusti e necessità”
Carlo: “Un discorso diverso va fatto per gli investimenti: non si cerca il bello ma il valore, come accade nelle azioni, che sono evidentemente prive di bellezza ma performanti. In questo caso l’acquirente può investire in autori che offrono delle prospettive di crescita, indipendentemente dal gusto personale. Questo non appartiene al mondo dell’arte in sé, fa parte del mondo degli investimenti”
Carlo: “Il discorso della mancanza di un polo artistico per gli artisti padovani deve essere affrontato da diversi punti di vista. A Venezia sono presenti diversi poli artistici: risulta impossibile compararsi ed entrare in competizione con quel tipo di organizzazione. Venezia custodisce un enorme patrimonio artistico e ospita la Biennale d’Arte Internazionale: la più importante manifestazione d’arte contemporanea al mondo. A Padova, invece, manca effettivamente un polo d’arte contemporanea, proprio perché manca l’attenzione per questo periodo artistico. Nonostante questo, la città si è sempre dimostrata attiva nei confronti dell’arte e, fino ad oggi, i movimenti artistici che sono nati a Padova sono sempre stati estremamente credibili. Creare un polo d’arte contemporanea richiede grandi investimenti a lunga scadenza. L’economia attuale non può gestire i costi necessari per creare un polo che sia concorrenziale con quello di Venezia. Negli ultimi anni le amministrazioni che si sono succedute hanno cercato di portare questa questione all’attenzione della pubblica amministrazione, cercando fondi e investimenti. È necessario ricordare che, nonostante la cultura debba essere creata dal pubblico, essa deve essere finanziata. Creare a Padova un polo di attrazione relativo all’arte contemporanea è possibile ma richiede molto coinvolgimento, soprattutto da parte delle realtà economiche private, da parte di sponsor che credano in questo progetto. Affinché un investimento simile possa essere remunerativo sono richiesti milioni di visitatori attratti dall’arte contemporanea. Il motivo fondamentale della creazione della Biennale Internazionale di Street Art è proprio questo: intercettare a Padova una percentuale di visitatori della Biennale di Venezia. Gli spettatori, interessati all’arte contemporanea, possono così trovare – a distanza di pochi chilometri – qualcosa di loro gusto in un territorio ricchissimo di eccellenza. Questo progetto prevede che nel corso di dieci anni sarebbero stati richiamati milioni di visitatori, con la conseguente richiesta di un posto dove alloggiare. Abano Terme, Montegrotto e Galzignano sono un polo termale importante con una forte ricettività turistica. E senza considerare le eccellenze enogastronomiche che possiamo offrire, il patrimonio delle città murate come Este, Montagnana o Cittadella! Abbiamo un grandissimo potenziale, un’offerta incredibile. Per un turista la ricchezza del territorio veneto possiede una bellezza quasi cinematografica. Non essendo così diffusa nel mondo la presenza di un patrimonio storico antico come quello italiano, la possibilità di vivere e ammirare un ambiente dalla ricchezza così varia è davvero importante. Creare un polo d’arte contemporanea a Padova è un progetto molto interessante, ma di complessa realizzazione”
Carlo: “Quest’anno abbiamo avuto l’occasione di portare avanti un progetto in collaborazione con la Biennale di Venezia. Il progetto è intitolato “È finita la commedia“, dal titolo di una mostra di Julien Friedler: artista che rappresentiamo per l’Italia e di cui abbiamo già curato diverse mostre (tra cui la mostra alla Galleria Civica di Padova, al Museo di Villa Bassi e alla Villa Lagarina). Abbiamo collaborato, inoltre, alla realizzazione di alcune sue mostre in Italia (alla fondazione Mudima di Milano, fondazione Sant’Elia a Palermo, al Vittoriano a Roma e a Palazzo Collicola a Spoleto). Questo artista aveva un sogno nel cassetto per festeggiare i suoi 70 anni: esporre alla Biennale di Venezia. Lo ha potuto fare solo a compimento dei 72 anni a causa della pandemia e della conseguente sospensione dell’esposizione. Abbiamo preso accordi con il patriarcato di Venezia al fine di affittare la chiesa di San Samuele, a fianco a Palazzo Grassi, e abbiamo allestito una rappresentazione del mondo immaginario di Julien Friedler, il mondo del Boz. Lo spirito Boz (Spirit of Boz) è il nome di questo progetto, con la curatela di Dominique Stella, che da anni segue l’attività di questo artista”
Carlo: “L’opera vuole essere un’indagine artistica sulle tre esperienze fondamentali della vita umana, fra loro complementari: Dolore, Malinconia e Speranza. L’esposizione si compone di 3 grandi installazioni, 3 dipinti e due fotografie. Percorrere la mostra – attraverso le opere proposte dall’artista – significa meditare intensamente sul senso della vita e della morte. Un viaggio nell’animo umano nella sua imperscrutabilità”
Carlo: “La mia concezione dell’arte? Direi che l’arte è un momento di liberazione dell’istinto creativo da parte di coloro che sono in grado di produrla. L’arte, però, si trova in tutti i gesti quotidiani e abituali. L’arte – le opere, i quadri, le installazioni, le sculture – è qualcosa di cui si gode a pancia piena, perché si ha il tempo per dedicarsi ad una funzione che non è primaria per la sopravvivenza. È evidente che, se una persona ha gravi problemi economici, difficilmente userà i propri risparmi per acquistare un biglietto per visitare la Biennale di Venezia e non avrà come primo obiettivo quello di spendere soldi per visitare qualsiasi mostra. L’arte dovrebbe essere un bene fruibile da tutti, per questo motivo la Street art sta trovando una grande diffusione ad oggi: si tratta di un tipo di arte molto democratica, godibile da chiunque e in qualsiasi momento del giorno. È libera da condizionamenti e vincoli in quanto non obbliga ad avere determinati atteggiamenti, determinati abbigliamenti, come può accadere nei musei o alle mostre. La Street Art lascia la possibilità di essere adorata o disprezzata senza alcun giudizio, non richiede il pagamento di un biglietto: chiunque, in questo contesto, è libero di esprimersi come meglio crede. Ovviamente la libertà totale e assoluta lascia spazio anche a messaggi fuorvianti: questo è il motivo per cui all’interno delle manifestazioni e dei festival – come quello che stiamo portando avanti noi – si richiede che gli artisti sottoscrivano un codice deontologico nel quale si impegnano a rispettare la dignità della persona, a non usare frasi o messaggi fuorvianti relativi a tematiche delicate. Agli artisti è lasciata molta libertà, ma nel pieno rispetto della diversità”
Carlo: “Invito tutti a frequentare e a vivere l’arte, a entrare nelle gallerie perché non si paga un biglietto di ingresso. L’arte è per tutti: vivere circondati dal bello è un’esperienza che possono fare tutti, non è un sogno. Il consiglio che diamo è di investire nei giovani artisti seguiti dalle gallerie, perché se un artista è seguito è – in qualche modo – già stato valutato e considerato all’altezza di porsi all’attenzione del pubblico, sia da un punto di vista tecnico che intellettuale. Questo non significa che non esistano artisti liberi e indipendenti, ma la funzione del gallerista è proprio quella di fungere da mediatore che garantisca sia psicologicamente che economicamente per l’investitore. Nel momento in cui un gallerista decide di investire in un artista deve essere disposto ad esporre le sue opere, facendosi carico dei costi che questo comporta. Deve creare un catalogo e organizzare le mostre, proporlo alle fiere e alle manifestazioni internazionali. Un gallerista che decida di occuparsi di un artista ha, quindi, valutato accuratamente l’artista e le sue opere. Il gallerista fa da garante per l’artista, assicurando al cliente la qualità dell’opera e la validità di quell’investimento. Per questi motivi l’artista che è seguito da una galleria ha molte possibilità in più rispetto ad un artista indipendente. I galleristi riconoscono i fenomeni artistici che sono pronti per essere proposti ai collezionisti”
Carlo: “Troviamo gli artisti alle mostre d’arte, andando per i diversi stand. Talvolta anche attraverso internet come, per esempio, è successo con Karsenty. Alle volte invece si presentano loro in galleria e ci raccontano i loro lavori. Tutti gli artisti con cui trattiamo hanno una loro personalissima creatività, noi non aggiungiamo nulla. Se aggiungessimo qualcosa gli artisti non sarebbero più autonomi. Gli artisti – con noi, attraverso i nostri investimenti e grazie al loro lavoro e impegno – possono crescere in modi davvero sorprendenti. Può capitare che una certa stampa, comprata per gusto personale, possa dimostrarsi un vero e proprio investimento. È un’evoluzione comunque imprevedibile”
