Costruire i sogni con le mani e lasciare che prendano il volo, che abitino i cuori degli altri. Alice e Mirko – artigiani padovani impegnati nel riciclo e riutilizzo delle bottiglie di vetro per la creazione di bicchieri artistici – ci istruiscono al bisogno di semplicità. Lo straordinario si cela in bella vista, con la sola richiesta di venir notato.
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Coeman
(Alice Stefanello e Mirko Morello)

Alice: “Sono Alice, ho 41 anni, sono di Padova, sono laureata in pittura all’Accademia di Belle Arti ma non ho potuto seguire questa strada. Il mio sogno era tenere laboratori di arte per bambini ma ho trovato la strada sbarrata e mi sono dovuta adattare”
“Ho trovato un lavoro diverso, lontano dall’arte perché ho fatto per anni la responsabile di un punto vendita di abbigliamento dentro i centri commerciali. Dopo 11 anni ho dovuto dire basta al lavoro canonico, mi sono sposata con Mirko e ho mollato tutto ed è nato Coeman“
“Adesso con Coeman sono riuscita a tornare a fare arte, quello che davvero volevo fare”
Mirko: “Io sono Mirko, ho 40 anni, sono laureato anch’io all’Accademia di Belle Arti ma in scultura. Anche io proprio come Alice sono caduto nella trappola del “lavoro quel che c’è, quel che si trova”. Ho fatto diversi lavori saltuari, tra cui l’elettricista e avrei continuato con questa strada se io e Alice un giorno non ci fossimo chiusi in garage a tagliare e fare upcycling di bottiglie“
“Tagliare le bottiglie ci ha aperto un mondo: abbiamo iniziato partecipando ai mercati e nel 2017-2018 siamo riusciti a trasformare la nostra passione in un mestiere. Oggi finalmente abbiamo un lavoro che ci piace davvero”
“E’ comunque qualcosa di inerente all’arte, all’artigianato, al creare con le mani, a dare emozioni sia a noi che al pubblico, per questo abbiamo valutato così seriamente questa strada”
“Il nostro punto forte è che avendo entrambi, sia io che Alice, delle basi artistiche, riusciamo a prendere delle bottiglie e a farne pezzi unici: le studiamo, realizziamo schizzi a tavolino, le decoriamo a mano, tutto con grande amore”
Alice: “Imparare a trattare le bottiglie di vetro non è facile, io per la fase del taglio ho pianto tantissimo! Per creare i bicchieri dalle bottiglie è proprio vero che prima di tutto devi saperle tagliare, poi levigare, pulire…e all’inizio in questa fase ne abbiamo rotte tantissime!”
“Mi ricordo la gioia della prima bottiglia che si è rotta perfetta. Per imparare a fare qualcosa devi metterti in gioco, non c’è altra soluzione. Abbiamo fatto 8500 tentativi prima di imparare, ma per noi era un gioco, non ci è pesato, anzi.
In realtà il gioco è durato poco, io ho deciso presto di mollare il lavoro perchè ero arrivata ad un punto in cui avevo bisogno di cambiare. Ero stanca, tanto stanca del lavoro al centro commerciale e questo gioco presto è diventato il mio ossigeno e lo stesso vale per Mirko. Insieme abbiamo detto basta al passato, perchè non vedevamo più un futuro!”
Mirko: “Ci siamo dati dei limiti del tipo: «Okay abbiamo lasciato il lavoro, siamo insieme, facciamo questa cosa insieme, proviamo a vedere come va, in caso possiamo sempre fare un passo indietro». All’inizio non conosci l’ambiente, hai paura! Abbiamo iniziato con i mercatini ed è stato effettivamente sconfortante”
“C’erano clienti che ti dicevano «Ah ma son bottiglie tajae, so bon anca mi!» e una frase del genere, sentita 1000 volte, ti appesantisce, ti chiedi se hai fatto la cosa giusta. Ma questo era proprio l’inizio. Sì, diciamo che i primi due anni sono stati davvero un sali-scendi, il terzo anno poi c’è stato il Covid-19″
Alice: “Il Covid però è stato anche una manna dal cielo perché abbiamo scoperto qualcosa che prima non avevamo: il tempo. Noi lavoriamo nel nostro garage, quindi durante il Covid potevamo scendere e scatenarci. Con tutto questo tempo a disposizione si è davvero aperto un nuovo mondo! Abbiamo finalmente avuto la possibilità di sperimentare…è in questo periodo che abbiamo iniziato a fare lampade”
Mirko: “Abbiamo potuto studiare, fare schizzi e pensare a cose nuove. Inoltre non essendoci più i mercati Alice ha iniziato a pensare all’online! Siamo su Etsy, che è un portale per l’artigianato, anche lì sono tutte cose che semini, non hanno effetto immediato. Però ci siamo messi in gioco anche con questa occasione dell’online”
“Il nostro lavoro funziona così: noi andiamo a recuperare le bottiglie nei bar, presso amici, parenti. In base alla bottiglia decidiamo cosa fare. E’ la bottiglia che ci parla. Se è molto particolare magari ci viene in mente di fare una lampada o se è più semplice e lineare decidiamo di fare il set di bicchieri”
Alice: “Il nostro lavoro si riassume con il nostro nome, Coeman. Usiamo solo mani e cuore, ma tanto cuore, tanto. Per quanto possa sembrare un lavoro di serie l’emozione non lo è, quando finisco un lavoro io mi emoziono”
“La prima volta che ho realizzato una lampada ho pianto! E’ stata una vera emozione, che cerchiamo di trasmettere ai clienti. Se tu hai un nostro servizio di bicchieri in tavola, c’è amore in quei bicchieri, non è un oggetto che appoggi là e basta, deve darti qualcosa! Sono convinta che arriveremo ad emozionare”
“Ci sono dei pezzi, delle incisioni sui bicchieri che abbiamo fatto, che a noi sono rimaste impresse. Ad esempio il pezzo Respira con l’incisione dei polmoni, l’ho creato io perché stavo vivendo un periodo non bello e avevo bisogno di respirare ed è nato questo bicchiere per esternare i miei sentimenti. Da lì la trilogia: Respira, Pensa e Ama a cui siamo molto legati”
“Con le bottiglie c’è un rapporto che davvero potrei definire empatico, ad esempio ora sono legata all’idea di dare una seconda vita alle bottiglie “vuoto a rendere”: anche loro come tutte le altre bottiglie, meritano una seconda chance, una seconda possibilità!“
Mirko: “La filosofia di Coeman è arte. Per me l’arte è trasmettere emozioni, la mia idea però si concentra anche sui doveri dell’artista. L’artista deve, e sottolineo deve, essere il creatore, deve sporcarsi le mani. Non basta la testa e poi qualcun altro che fa l’opera, magari un artigiano esperto. Anche se questa faccenda è consentita dal circuito e molti non ci vedono nulla di male, noi ci chiamiamo Coeman, quindi lo vedo come un sacrilegio”
“L’artista è colui che fa da zero, porta a termine l’opera d’arte, deve uscirne sporco. Che sia pittore, scultore, anche artista multimediale…L’artista deve fare e deve emozionarti. Devi sporcarti le mani, devi essere tu!”