Cinque righe, quattro spazi, un mondo di emozioni, ricordi e sogni che si apre dentro ognuno di noi. La musica è la linfa vitale dell’essere umano, “Senza musica la vita sarebbe un errore” ha detto il filosofo Friedrich Nietzsche e come dargli torto, tutto sarebbe più spento, arido, meno vivo. Federico Gabbia porta avanti il negozio di famiglia, che ha visto il susseguirsi di epoche, tecnologie e musiche diverse con il passare degli anni, eppure, sono ancora tutte lì, conservate tra quegli scaffali. Non solo, GABBIA Dischi è un punto di riferimento dove i ragazzi e i giovani possono trovarsi, ascoltare nuova musica o scoprire la storia che li precede, accompagnati da persone esperte che li guidano a scoprire, attraverso la musica, anche se stessi.

“Sono qui da 22 anni e ho preso le redini di quest’attività a gestione familiare, sono la quarta generazione. La cosa bella è che vedo Gabbia nel cuore dei padovani, ma anche dei giovani, perché adesso abbiamo avuto una nuova giovinezza da quando c’è stato questo ritorno del vinile, un ritorno al passato, i ragazzi hanno capito l’importanza di voler ascoltare la musica dal vinile”
“Questa attività nasce come libreria musicale. Il negozio porta il nome «Gabbia» da 102 anni, ma esisteva dapprima con il nome della mamma di mio nonno «Branca Lion» ed era in via Santa Lucia. Siamo qui in via Dante da ben 102 anni, se contiamo anche gli anni in via Santa Lucia, sono più di 120.”
“Abbiamo iniziato a tenere i primi grammofoni, i 78 giri, i 33 giri e poi gli impianti importanti, le prime televisioni. Ci sono state tante decadi, nelle ultime due ci sono io che ho vissuto un pochino il periodo difficile, anche se questo è sempre stato un negozio che ha incuriosito, lo zoccolo duro, e questo ci ha permesso di arrivare fino a qui sani… adesso mi sto godendo le soddisfazioni”
“Tornare a vedere il negozio pieno di giovani affascinati al mondo del rock e del cantautorato italiano fa molto piacere. In Italia possiamo vantare tanti tanti autori: Battisti, Battiato, Guccini… vedere i giovani che comprano Guccini, Battiato, De Andrè, Queen, Rolling Stone è bello. Questo ritorno del vinile ha dato un pochino di fiato anche al CD, che sembrava un po’ dimenticato e invece, essendo un po’ calato di prezzo, ha fatto sì che ci fosse un ritorno anche di questo”
“Io fin da piccolo venivo qui ed ero molto affascinato da questo posto, mi metteva molta serenità, era proprio un salotto… vedevi tanta gente a suo agio appoggiata a questi mobili che hanno una cinquantina d’anni. Venivo qua e fin da piccolo dicevo «io lavorerò qui» forse ero portato per questo lavoro, riesco a comunicare abbastanza facilmente, penso di avere l’approccio giusto con il cliente, ho scoperto che questa è una dote. Quando venivo qua cercavo di sentire cosa dicevano i collaboratori dell’epoca, tentavo di capire e dentro di me ero sicuro che questo fosse il mio destino”
“È un lavoro molto impegnativo perché mi prende tutto il giorno, ho comunque la fortuna di essere circondato da persone fidate che hanno anche molta cultura musicale. Quello che ci contraddistingue è anche il fatto di avere del personale molto preparato e capace di consigliare la cosa più adeguata al cliente. Oggigiorno è difficile trovare qualcuno che in questo settore abbia conoscenza, una cosa che ho capito è che non può esistere un negozio come questo se non è completo, non può esistere un negozio solo di musica rock, ci dev’essere tutto”
“Oltre alle richieste dei clienti bisogna offrire un catalogo sempre completo, come ad esempio il mondo del jazz, che è un mondo vastissimo, se lo vuoi curare fino ai giorni nostri non è facile, però con l’impegno e con l’aiuto di questi collaboratori ancora presenti, si riesce a tirare avanti dignitosamente ed avere delle soddisfazioni”
“Ho tre figli, molto diversi musicalmente tra loro, mio figlio di mezzo è quello che vedo di più qui e spero che prenda in mano l’attività dopo di me, perché ha uno spessore musicale dietro che si è creato lui con la sua curiosità”
“La cosa strana? Mio figlio di 15 anni già adesso conosce quasi tutta la la storia del rock classico, mio figlio di 20 anni, nonostante abbia un papà che ha cercato di inculcargli cose è il classico ragazzo che ama i rapper e trapper, molto poco elastico. La più piccola invece è ancora troppo piccola, le faccio ascoltare qualche disco di musica contemporanea per cercare di farle sentire delle sonorità, perché già adesso a 10 anni avendo a che fare con compagni di scuola che hanno i social è a conoscenza di questi nuovi cantanti, ma vorrei trasferirle anche un pò di cultura musicale, poco alla volta”
“Ho fatto i miei studi, sono andato al liceo classico, poi ho fatto giurisprudenza a Ferrara, ma sempre con l’idea di venire qua. Poi è successo che è mancato mio nonno e quindi c’è stato un problema di gestione, serviva qualcuno che prendesse in mano l’attività, era un periodo storico non facile non soltanto per il settore del disco, da allora non me ne sono più andato”
“Mi fa piacere che questo posto sia un punto di riferimento per Padova e per i padovani, vedo arrivare qua dentro i nonni, i papà, i figli e i nipoti, di qualcuno mi ricordo proprio la figura del nonno da giovane, sono persone che ho visto invecchiare, che ho visto crescere, diventare persone adulte… è una bella soddisfazione. A volte è un pochino un peso, perché Gabbia c’è da sempre, a volte sarebbe più leggero non avere alle spalle questa gloria, però non ci penso tanto e mi concentro sui giovani”
“Cerco anche di avvicinare alcuni ragazzi anche al mondo classico, con alcuni ci riesco e mi chiedono dei consigli, mi chiedono da dove iniziare, perché si rendono conto che c’è un mondo che non conoscono, con altri no. Con il jazz è la stessa cosa, ad alcuni riesco ad aprire questo mondo, ad altri no. Voglio concentrarmi molto sui giovani e sui vinili, di solito l’80% dell’affluenza ha meno di 25 anni”
“Vendiamo molti vinili anche di rapper, i trapper addirittura pubblicano più in vinile che in CD. La cosa bella è che anche loro cominciano a vedersi in mano questo disco fisico e imponente che è il vinile, dentro il vinile c’è la storia del disco, la storia del personaggio che canta, c’è un bel packaging fotografico… è un’altra storia, è quasi come comprare un libro, possiamo metterlo sullo stesso piano”
“Io sono molto elastico, amo molto la musica classica e la musica contemporanea, ma ho imparato ad amare molto anche la musica leggera e il cantautorato, amo le voci femminili italiane, e poi c’è anche qualche rapper che non è male”
“Sono fortunato perché mi sono reso conto stando qua dentro che essere elastici nella musica non è una cosa semplice. A me piace anche la musica gregoriana, che è un altro mondo a sé e mi ha sempre molto affascinato. È chiaro che mi piacciono anche i Rolling Stone e i Beatles, sono aperto a tutto”
“A casa ascolto molta musica contemporanea, jazz contemporaneo, la tromba sola, che preferisco al trap, ma mi tengo informato e ascolto anche quello, sopratutto presto attenzione ai testi. È questa la chiave per avvicinarsi ai giovani, ci sono trapper molto validi, altri che hanno testi un po’ pesanti, ma confido nella testa dei giovani”
“Io vedo che dai 9-10 anni fino ai 25 c’è una curiosità più per le cose di oggi, dai 25 in su prediligono le cose classiche, poi c’è il nostro cliente «tipo», che ha un’età che va dai 40 – 45 anni, ci sono però pochi anziani. L’altro giorno è entrata una signora che non entrava da tantissimi anni, a comprare dei vinili per i nipoti e mi ha detto: «io ho passato la vita qua dentro, adesso non compro più» questa è una cosa che mi intristisce molto”
“Non c’è un ricambio generazionale nella musica classica. Il mondo classico è troppo vasto perché vada perso, basterebbe poco, anche un’oretta di musica alla settimana a scuola, in cui si ascolta quella musica vera, altrimenti andrà perso ed è un grande peccato”
“Questa cosa del vinile comunque non è una moda, io sono stato tra i primi a crederci ancora quando le stampe in vinile 5-6 anni fa erano poche ed erano rivolte al mondo jazz e al mondo classico, non come adesso che si sta ripubblicando tutto. Ora esce il CD e anche il vinile”
“Io ci ho creduto, e 5-6 anni fa ho iniziato a tirare fuori i primi mobili che avevamo in magazzino e mi ricordo che qualcuno mi rideva dietro e io dicevo «bisogna crederci» e ho iniziato ad ampliare e a tirar fuori i vecchi vinili dal magazzino, fino ad oggi che siamo arrivati qui, a questa nuova rinascita. Io sono contento e spero che questa passione per il fisico continui, dà molta soddisfazione vedere i ragazzi con il vinile in mano. I vinili sono stati anche migliorati, ora pesano di più, sono più stabili e la puntina gracchia meno, la tecnologia è stata migliorata”
“La musica mi ha aiutato molto anche in un periodo un pochino buio della mia vita…la musica e il lavoro mi hanno aiutato ad andare avanti, ascoltando un po’ ti isoli… la musica ti culla ti libera la testa dai pensieri, a me ha salvato”
“Mi auguro che il negozio continui ad essere frequentata da giovani, mi piace essere a contatto con loro, mi piace l’idea che questo posto continui ad essere un punto di riferimento, ma non per il nome… mi rende felice il fatto che continuino ad esistere i negozi di musica per i ragazzi. Mi piace pensare al negozio come ad un posto per potersi incontrare, è bello che i giovani non abbiano come punto di riferimento solo i bar e mi piacerebbe che questo possa essere un punto di riferimento culturale”
