Giorgio Pavan
(Fishmarket)

Giorgio Pavan è un organizzatore di eventi e direttore artistico di alcuni dei club più rappresentativi della città degli ultimi 30 anni, tra cui il Fishmarket. Il Fish nasce alla fine del 1999 ed oggi, a distanza di 22 anni e due lockdown, continua a rinnovarsi nella sua offerta di intrattenimento, iniziative culturali ed artistiche.

Fishmarket

“Mi occupo del Fishmarket da oltre ven’anni, ma di live club da molti di più”

“In qualità di organizzatore e direttore artistico ho iniziato il mio percorso nei primi anni Novanta al Banale. La mia missione personale è stata quella di traghettarlo nel circuito dei live club italiani più importanti, portandolo alla ribalta nazionale e dando vita a molte delle iniziative che contribuirono poi a crearne il mito”

“Fino ai primi anni Novanta c’erano solo tre posti dove ritrovarsi per l’aperitivo all’aperto, qualche birreria e un paio di club. Quasi tutto era concentrato in quei luoghi. La fedeltà al tuo locale era quasi sacra”

“Padova, per mia memoria, non è mai stata così effervescente come ora. Sotto il profilo dell’innovazione, dell’offerta di intrattenimento, di iniziative culturali, artistiche, sociali”

“L’arrivo del cellulare ha cambiato il modo in cui scegliere dove passare la serata. Le persone hanno iniziato a chiamarsi in diretta dai locali, per la prima volta ci si poteva informare prima di spostarsi da un posto all’ altro. Se arrivavi in un locale dove la serata era un po’ fiacca, chiamavi gli amici per avvisarli o per chiedere com’era dall’altra parte. La fedeltà al tuo locale ha iniziato a non essere più sacra”

“Il primo Fishmarket apre inizialmente a Mestre a metà degli anni Novanta in un ex mercato del pesce. Dalla fine dell’esperienza veneziana prende vita il Fishmarket di Padova. Mi piaceva l’idea di tornare a confrontarmi con un live club underground, più rock, più vicino al mondo giovanile e universitario. L’ avventura inizia alla fine del 1999. Eravamo in tre: Umberto, Walter ed io. E siamo ancora tutti e tre qui”

“Riciclo tutto da sempre. L’ho sempre fatto in tutti i miei club, ben prima che si iniziasse a parlare di sostenibilità o che fosse di moda. Infatti gli allestimenti del Fishmarket sono di recupero e si portano dietro la loro storia”

“Il Covid è stato una tragedia anche per il Fishmarket. Lo zero assoluto. Siamo stati costretti a chiudere per più di 500 giorni. La cosa che mi ha fatto più male di questa pandemia non è stata tanto la perdita economica, quanto la perdita umana: una buona parte dei ragazzi che garantiva la continuità del lavoro creativo, anima ed energia del club, ha lasciato il team. C’è sempre stato un naturale ricambio di risorse, di anno in anno, che consentiva l’esplorazione di nuove idee, garantendo un’integrità che si è connotata e rafforzata negli anni. Nel febbraio del 2020 questo circolo virtuoso si è dissolto”

“Ma nonostante tutto siamo ancora qui e dopo quasi due anni stiamo ricostruendo una nuova squadra fortissima!”

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