“Ho aperto la mia attività nel novembre 2018, l’idea è nata nel 2017 in realtà ma ho dovuto aspettare per via della mia la mia seconda gravidanza”
“Il negozio nasce dalla mia passione per la moda e abbigliamento. Ho sempre avuto la passione per il second-hand. L’idea era quella di creare una piccola boutique che non fosse solo di nicchia o solo vintage, uno luogo alla portata di tutti e per ogni tasca”
“Nel second-hand la parola d’ordine è riciclo, anche per capi ancora nuovissimi che non sono mai stati utilizzati. E’ un modo per dare una seconda vita a cose ferme nell’armadio che probabilmente andrebbero buttate”
“Il mio negozio è tutto di riciclo. Ho anche prodotti nuovi, ma sono tutti artigianali con grande attenzione alla sostenibilità. Ad esempio vendo dei cappellini fatti a mano con dei materiali di riciclo, che se non fossero stati recuperati sarebbero andati al macero”
“A livello generale c’è sempre maggiore attenzione a non sprecare più i soldi con abbigliamento di bassa qualità. Ma il percorso verso la qualità è lungo ed è appena iniziato”
“Quando è arrivato il Covid la mia attività era partita da poco e stavo iniziando ad avere dei fatturati interessanti. Poi ci sono state le chiusure e non mi sono più ripresa allo stesso modo. Sono praticamente ripartita da zero”
“Il Natale per il mio negozio non è mai stato particolarmente significativo. Da me non vengono a cercare i regali, piuttosto vogliono vestiti per le feste. Le persone sono ancora un po’ restie a comprare articoli di seconda mano come regali di Natale. Quelli che lo fanno si concentrano più sull’oggettistica”
“Abbiamo ricreato in negozio un mercatino di Natale di articolini vintage e argento: ci piace respirare l’aria di festa anche all’interno del negozio!”