L’Asinella
(Andrea e Laura)

Bionde, rosse, scure… una ricerca attenta e amorevole che porta a Padova birre da lontano, per gustarle, come fossimo a casa. L’essenza del locale birraio l’Asinella è questa: far sentire le persone a proprio agio, in un ambiente casalingo dove si possono assaggiare birre e prodotti provenienti da ogni angolo del mondo, dove ci si può ritrovare in un sorriso, in una chiacchierata tra amici sotto il portico, appoggiati a una botte. La passione per la birra è il fil rouge che unisce Andrea, il proprietario, la moglie Laura e tutti i clienti dell’Asinella, che si trovano a condividere tempo, amicizie e l’intera vita, tra una spina e l’altra.

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“Sono Andrea e solo il titolare di questa attività, l’Asinella, che è nata nel 2005 dalla passione per la birra. Abbiamo voluto creare non la solita birreria, ma un locale a 360° che parte della mattina e finisce a tarda notte. Non è un bar, né una birreria, è un po’ tutto un’insieme perché è un locale birraio con spunciotti: questa è la principale differenza con la classica birreria”

“Il nome Asinella deriva da fatto che mi piacciono gli asini, il nostro nome non è il femminile di asino, ma è qualcosa di diverso. Lo slogan «birreria in movimento» è nato perché ritrae un po’ me, che sono sempre in movimento, per cercare nuove birre e nuovi prodotti per il locale”

“Siamo stati anche uno dei primi locali a portare queste birre artigianali qui a Padova, nel 2021 siamo stati segnalati nella guida «Presidio Slow Food – Birrerie Italia» come locale segnalato. Siamo conosciuti sia a Padova, ma anche fuori Padova, la gente viene qui apposta per assaggiare le birre e i prodotti del nostro locale, vengono birrai ma anche giornalisti birrai“

La passione per la birra nasce perché sono stato in Inghilterra nel 2003 e da lì è esplosa, anche se forse, ce l’avevo già da prima. La ricerca della birra è passione, all’inizio era un po’ più difficile perché dovevo andare un po’ in cerca, giravo giravo a fiere e Festival e prendevo i contatti, adesso è leggermente un po’ più facile, perché vengono le persone di questo circuito e viene la gente a proporti prodotti e assaggi”

“Ho cominciato facendo la scuola alberghiera, poi ho fatto il cuoco per un tot di anni e poi ho deciso di fare questa esperienza in Inghilterra per la lingua, dopo un po’ ho avuto il desiderio di tornare in Italia e ho voluto creare questa situazione. Qui è tutto mio, non c’è stato nessun archittetto, ricordo che all’inizio c’era niente, logicamente, poi un po’ alla volta abbiamo creato il locale che è adesso. Anche i clienti hanno aiutato perchè ognuno portava il suo oggettino, sono regali, sono cose un po’ di riciclo e fa molto molto casalingo, vogliamo far sentire la gente a casa

“La nostra clientela è davvero molto variegata, abbiamo dal giovane, al signore, all’operaio, alle famiglie coi bambini, forse questo è uno dei nostri punti di forza, l’aver creato un ambiente che sia misto e adatto a tutti. Qui si sentono a proprio agio dall’avvocato, alla ragazza con la scarpa col tacco ma anche chi il tacco non ce l’ha o chi ha appena finito di lavorare e questo ci rende molto orgogliosi”

“La birra l’ho conosciuta e amata assaggiando, assaggiando tanto, il mondo della birra è un mondo fantastico. Una volta non c’erano tante tipologie, ora ci sono tantissime novità con questi luppoli nuovi, le birre sono in esplosione. Questo mondo attira dal ragazzino alla persona più grande, ti stupisce di giorno in giorno perché poi ci sono tutte le varie temperature e i vari stili. Le birre sono passione, sono buone, fine”

“Per quanto riguarda il cibo negli altri locali magari vedi la vetrinetta standard, noi qui cerchiamo di cambiare tutti i giorni. Anche le birre cambiano quasi di giorno in giorno, uno si e uno no, a volte di sera si cambiano anche 2 o 3 volte. Noi con le birre siamo sempre in rotazione, come il nostro slogan, siamo sempre in movimento, si possono trovare le stesse tipologie ma di birrifici diversi”

“Teniamo da birre acide, stout, cask inglesi, birre tedesche di piccole produzioni ad esempio della zona di Bamberga, loro sono contadini che fanno queste piccole produzioni, poi Blanche, IPA, adesso ho una Sour NEIPA al marshmellow e vaniglia, una cosa molto particolare. Quando mi arrivano uso solo cask inglesi, che vanno servite a una temperatura un po’ più alta, in pompa priva di bollicina. Ricerco tutte queste cose molto particolari”

“Il nostro cavallo di battaglia è sicuramente «l’hamburgerino veneto», è venuto in mente a mia mamma, abbiamo fatto una ricerca molto particolare per il pane, in molti cercano di imitarlo, ma il pane fa la differenza. Abbiamo fatto fare apposta il pane, poi c’è la senape, la verza, il cotechino e la cipolla caramellata. Abbiamo anche ricevuto un articolo su un giornale di birrerie, un giornalista senza dirci nulla è venuto ad assaggiarlo e 2-3 giorni dopo è venuto a consegnarci il giornale «Fermento Birra» con il pezzo sul paninetto al cotechino inventato da noi”

Il cibo è fatto tutto da noi, ho mia moglie Laura e mia mamma, che fanno queste cose meravigliose, il pane lo facciamo arrivare apposta, ad esempio dall’Alto Adige ci arrivano le girelle, le riempiamo con una pancetta di una piccola macelleria, è tutta una ricerca di prodotti diversi che noi poi assembliamo. C’è la ricerca anche di trovare il prodotto migliore che si abbini all’altro, uno dei primi affettati che io ho tenuto nel 2005 è stata la mortadella al tartufo che non aveva nessuno. Anche quello uno dei nostri cavalli di battaglia”

“Oltre a ricercare vendiamo anche dei prodotti di piccole produzioni, e una volta un famosissimo sommelier di birre belghe, forse uno dei migliori al mondo, che ora è anche un amico, Lorenzo Dabove in arte Kuaska, mi considera, come dice lui, uno dei tre locali top Italia per le birre e quando viene a Padova passa sempre volentieri qui”

Tutto l’arredamento è fatto da noi, spostando, prendendo regali, la collezione di vassoi era da anni che ce l’avevo io, devo ancora finirla. Adesso i vassoi in acciaio e di ferro non li fanno più e quindi è più difficile finirla, me ne mancano alcuni per finire la collezione. Sono tutte robette che avevo a casa, che erano un po’ rovinate, non sapevo se buttarle o tenerle e ci è venuta l’idea di metterle qui, in una veste nuova”

“Nel 2007 abbiamo iniziato a colorare i bagni, davo il pennarello e uno scriveva quello che voleva e tanta gente ha fatto anche dei video…sembra un po’ l’underground inglese, anche perché vai giù nello scantinato e si vedono tutte le scritte. Non sono uno di quei gestori che dice «no, questo no…», ho po’ lasciato fare quello che si voleva. Dopo abbiamo fatto il bancone, l’artista Carolì, ci ha fatto l’ultima cena con tutti i personaggi dell’Asinella, io, mia moglie e quindi è l’ultima cena rivisitata in versione così, un po’ nostra

Tutte le etichette che sono giù nei bagni, sono i miliardi di etichette delle birre che sono passate di qui, ne ho altri due scatoloni. Le etichette le ho attaccate io per arredo, tutte le birre che ho avuto in questi 17 anni, e ne ho ancora tante da attaccare”

Forse la caratteristica dell’Asinella è un po’ questa, essere serviti da persone che amano e studiano il mondo della birra, ti fanno entrare un po’ in questo mondo e anche i ragazzi che lavorano qui sono molto bravi, ti fanno appassionare e ti spiegano poco alla volta questo mondo”

“Durante la pandemia ci siamo inventati il «litrino» che è un litro di birra da asporto e anche le lattine, abbiamo preso un macchinario apposta per riempire le lattine con le nostre birre da asporto e darle in quel periodo. Abbiamo scritto le tipologie sulla porta del mio vecchio frigo di casa che si era rotto e ora fa parte dell’arredamento”

Per il futuro vorrei continuare così, sempre avanti, sempre in ricerca, continuerò sempre a ricercare altri prodotti

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