“Non esiste nessun manuale che parli del problema essenziale della manutenzione della motocicletta: tenere a quello che si fa” – da Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta. Quando il lavoro diventa un mezzo per estraniarsi dallo scorrere incessante degli eventi del mondo, quando questi è l’incarnazione degli ideali e espressione dei sogni: quando il lavoro diventa questo, non possiamo che rimanere attoniti di fronte a tanta fortuna. North East Custom s’impegna ad aggiustare, modificare, reinventare i veicoli dei padovani, lasciando infinito spazio al gioco della fantasia.
North East Custom
(Diego, Riccardo, Enrico)

Diego: “Mi chiamo Diego, sono nato nel 1984. Faccio il meccanico: una professione che ho sempre amato e praticato, in primis nel tempo libero. Mi è sempre piaciuto. Ho iniziato a lavorare in questo mondo nonostante gli studi precedenti, che riguardavano tutt’altro: ho studiato al liceo artistico e poi alla Scuola Italiana Design (SID). Ho lavorato nel mondo del design, nella produzione di video e grafica e poi, alla fine, sono arrivato a fare il meccanico. Le moto che facciamo rispecchiano questa dualità interna. Non facciamo “solo” i meccanici: noi prendiamo le moto, le modifichiamo, le rivediamo dal punto di vista estetico e funzionale”
“La passione per le moto l’ho sempre avuta. Avevo undici anni quando, per la prima volta, ne ho usata una. Era la moto di un mio amico. Ho avuto la fortuna di avere un amico che gestiva un negozio di moto: ci siamo divertiti tanto. In seguito mio nonno mi regalò un Ciao: mi sono divertito molto anche con quello. Noi corriamo da sempre su questi mezzi. Nel tempo, dopo, abbiamo iniziato anche con le motocross. La moto c’è da sempre nelle nostre vite e sempre ci sarà”
“Quello che adesso è North East, Custom prima era il garage di casa – piccolissimo – che utilizzavamo come officina. L’attività esiste da quindici anni. La sera, dopo lavoro, io e mio fratello stavamo sempre là. Sistemavamo le nostre moto e vespe e, ovviamente, iniziavamo a farlo anche per qualche amico. Tutto è nato a casa e, nel tempo, è diventato sempre di più un lavoro. Di giorno disegnavo occhiali, la sera modificavo moto e vespe. Modificavamo il motore, l’estetica il colore… apportavamo delle modifiche alla carrozzeria.
Enrico: “Ho dieci anni in meno di Diego. Ho studiato qualcosa di assolutamente non inerente al lavoro che svolgo ora: termotecnica. Attualmente, se dovessi smontare una caldaia, non saprei neanche da che parte iniziare! Mi sono avvicinato a questo lavoro smontando i motorini a casa, finché non ho ricevuto in regalo una moto che mio zio non usava più. A diciott’anni, una volta finita la scuola, ho conosciuto Riccardo e Diego, che lavoravano nel loro garage. Ho visto in loro una luce, mi hanno insegnato tantissimo, soprattutto come vivere bene questo lavoro. Vedendoli lavorare mi sono chiesto perché quel lavoro non comprendesse anche le auto. Da quel momento è esplosa dentro di me l’idea di imparare a lavorare con le macchine. Ho cercato per molto tempo un’officina che potesse darmi un’infarinatura adeguata. La prima auto su cui ho lavorato era degli anni ’70, proprio perché volevo imparare dalle basi. L’avevo pagata circa mille euro. Da quel momento mi sono innamorato: vibrazioni, odori, rumore, anche del fastidio che produceva. Ho adorato tutto. Diego e Riccardo mi hanno sempre supportato, sin dall’inizio, con materiali e suggerimenti. Ho lavorato per molti anni in un’officina Alfa Romeo, qui a Padova. Poi, qualche anno fa, si è creata la possibilità di mollare tutto, aprire la Partita Iva ed entrare nel team di North East Custom. Adesso siamo qui: mentre Diego taglia un parafango, io rialzo le auto che non andrebbero rialzate, metto gomme che non potrei mettere, e via così. Le macchine non devono rimanere come sono uscite dal concessionario!”
“Quando mi hanno messo in contatto con Diego e Riccardo, sono andato a trovarli. Era un posto piccolissimo, ma magico. Sono arrivato una sera, loro stavano mangiando. Abbiamo chiacchierato, alla fine mi hanno chiesto se volessi provare a lavorare con loro. Penso che in me abbiano visto molto di loro stessi. Mi hanno offerto del Fernet e ci siamo accordati per il giorno dopo quando, al mio arrivo, mi hanno messo a lavorare su un’Honda four 500 gialla. Non sapevo neanche da che parte iniziare, loro mi hanno indirizzato e guidato. Abbiamo instaurato un rapporto molto solido, siamo diventati una grande famiglia. Abbiamo condiviso moltissimo. Diego si occupa anche della parte di progettazione, di disegno della moto e di costruzione di parti estetiche. Mentre Riccardo ed Io siamo molto più tecnici. Riccardo si occupa di far funzionare le moto. Io mi occupo di far funzionare le auto”
Riccardo: “Sono nato nel 1989, ho studiato termotecnica, perché era uno degli indirizzi che fornivano maggiore formazione a livello meccanico: proponevano tornitura, saldatura e simili. Ho sempre lavorato nel garage con mio fratello. Mi sono occupato anche di go kart, motori da alte prestazioni. Poi, nel tempo, ho iniziato a lavorare in un’officina di moto. Ho cambiato diverse officine, prima di aprire questa. Mi occupo principalmente della parte meccanica ed elettrica. La sede di Treviso è molto diversa, è indirizzata maggiormente alla manutenzione, ai tagliandi e così via. Il denominatore comune è la scelta di moto particolari”
“Pensiamo tutto insieme, facciamo tutto insieme: le idee si sviluppano insieme, dall’inizio alla fine del progetto. Il cliente segue il progetto in toto. Ci confrontiamo con lui durante l’evoluzione del progetto: è la North East Custom Experience. Cerchiamo di far capire al cliente anche i nostri inconvenienti durante la progettazione e la realizzazione, così da renderlo partecipe, diventa un tutt’uno con noi. Non si dorme la notte per ovviare ad un problema, è questo il bello. La differenza tra noi e un’altra officina? Noi prendiamo una moto e cerchiamo di farne qualcosa di nuovo, di diverso. Tutte le moto che sono qui sono diverse da come sono uscite dalla casa madre. Cambiamo la cosa più basica – che può essere la verniciatura – così come altre parti: il telaio, il parafango e via così. Customizzare un mezzo significa prendere in considerazione l’utilizzo che si farà di quel mezzo. Personalizziamo il veicolo e spesso ci ritroviamo a lavorare su mezzi che non hanno più utilità, mezzi rovinati che, dopo le nostre modifiche, acquisiscono valore. Questa modalità ha assunto, nel tempo, molta visibilità”
“La cosa più soddisfacente è vedere una moto o una macchina che entra in un modo e ne esce completamente modificata. Entrano standard, escono con grandissima personalità e carattere. È stupendo, poi, provarle. Testare un mezzo su cui abbiamo lavorato per mesi o anni è una cosa meravigliosa. Moto e auto modificate hanno esigenze di lavorazione diverse: noi eseguiamo sia le operazioni più comuni, sia quelle più specifiche per il singolo mezzo. Il nostro lavoro è una nicchia, in Italia sono circa trenta le officine come la nostra. Anche i clienti formano una nicchia. Vengono da noi da diverse parti d’Italia. Amiamo tutto quello che esce di qui. La cosa importante? Tutto quello che produciamo è utilizzabile. Customizzare diventa una droga: sia per noi che per il cliente. Accade spesso che il miglior momento del progetto sia proprio la realizzazione, piuttosto che l’utilizzo. Molti modificano la moto e poi la tengono per osservarla. Viviamo in un mondo stressante e dirigere la nostra attenzione verso qualcosa di più “leggero” è fondamentale. La soddisfazione che si prova – sia nel creare che nel possedere un oggetto del genere – è assolutamente impagabile”
“Il nome “North East Custom” è nato un po’ per caso. Ci siamo ispirati ad un programma televisivo – che si chiamava “West Coast Custom”. Uno dei primi che parlava di officine. Esiste ancora in California. Avevano un logo bellissimo. Un po’ per scherzo e un po’ seriamente, li abbiamo omaggiati”
“Con una moto abbiamo vinto la categoria “Metric” – la categoria che comprende le moto con bulloneria non in pollici – ad un Contest della rivista Bikerslife. Quella moto è poi finita sulla copertina dell’omonima rivista.
“Tre anni fa ci è stato proposto di aprire un’officina all’interno del Valeri 84 Rider District a Caerano di san Marco (TV), e non abbiamo potuto non accettare la sfida. Il nostro sogno è riunire le due officine a Padova e lavorare tutti e tre nella stessa grande officina. È una grandissima sofferenza non essere insieme. Di sabato andiamo da Riccardo, al Valeri84 nell’altra sede. Più il tempo passa e più percepiamo fortissima l’esigenza di stare vicini”
