
“Sono arrivata a Padova nel 2009, dopo la maturità ho studiato filosofia, conseguendo poi la laurea. Il mio intento iniziale era quello di insegnare. Cercavo un modo con cui potermi esprimere in maniera meno concettuale, rispetto a quanto studiato. La filosofia mi è servita a riflettere molto su me stessa, è una materia che ti permette di aprire le porte del tuo subconscio, in quello che è il tuo percorso di vita”
“Mi sono sentita un po’ come quegli artisti tormentati che cercano di trovare il giusto canale con il quale potersi esprimere cercando di riuscire a comunicare qualcosa al mondo. Proprio da lì è partita questa spinta e con essa la passione per la fotografia. Ho iniziato da autodidatta un po’ tardi poiché avevo già ventiquattro anni”
“Ho cominciato con un progetto tutto mio dal titolo “DIE YOUNG”, realizzato per imparare a fotografare: sceglievo i soggetti con una personalità spiccata con uno stile anticonformista e poi li mettevo in posa contro un muro bianco del palazzo dove abitavo. Il progetto portava con sé un’idea chiara: vivere la vita al massimo, con forza, quel cogliere l’attimo legato al senso della giovinezza, mio vero ideale. Mi piace definirmi un po’ come un “cattivo Dorian Gray”: quando sei giovane tutto è possibile ed il progetto enfatizzava tutto questo”
“In un certo qual modo è stato come partire da zero, e di fatto ho iniziato a studiare di nuovo, ho partecipato a dei master in fotografia, approfondendone la tecnica, dimodoché imparassi in tre anni, quello che magari un autodidatta avrebbe raggiunto in più anni”
“Ho studiato all’ Istituto Italiano di Fotografia e Comunicazione allo IUSVE, dove ho vinto un master in comunicazione della moda. Da qui ho compreso l’importanza del ruolo dei social nei lavori che riguardano l’arte, la fotografia, la comunicazione. Ho studiato anche Arte Curatoriale, infatti oltre al mio studio fotografico (che oggi ci ospita durante la realizzazione di questa intervista) aperto con altri due miei colleghi qualche anno fa, lavoro anche in una Galleria d’arte privata che ospita le collezioni di alcune fra le più importanti Fondazioni di Arte Contemporanea con svariate opere di Andy Warhol. Lui è uno degli artisti che mi hanno ispirato di più. Fu uno dei primi ad usare le polaroid, riuscendo a cogliere in pochi minuti la stranezza e la particolarità delle persone nei dettagli. Mi sento molto fortunata di poter lavorare in una Galleria d’arte, perché culturalmente è molto attiva, e poter fruire dal vivo delle opere di Andy è davvero elettrizzante”
“Sono stata assistente di alcuni fotografi importanti sia a Padova sia fuori città, dedicandomi poi alle sfilate con la fotografia di moda. Mi ritengo molto determinata e quando mi pongo degli obiettivi, cerco sempre di raggiungerli a tutti i costi. Avevo conosciuto un professionista che aveva un’agenzia fotografica a Milano, volevo assolutamente lavorare con lui, e vedendo la mia determinazione anche se uscivo da poco da una scuola di fotografia, accettò di darmi una chance, scoprendo che avevo del talento e apprezzando il mio modo di lavorare. Quando decido di volere una cosa, mi impegno ad ottenerla a tutti costi. I social mi hanno aiutato parecchio nel creare il mio percorso professionale, infatti da un anno sono entrata come Content Creator nell’Agenzia di Comunicazione e Moda CONDE’ NAST che ha realizzato Pozzoli (ex co-fondatore di The Blonde Salad della Ferragni), che è una agenzia che lavora con Vogue e Vanity Fair e che crea contenuti social di ADV di moda”
“Nel mio lavoro c’è tutto il mio bagaglio culturale, quello che ho appreso e studiato è presente dentro le mie foto. Cerco di cogliere l’unicità delle persone quando le fotografo e in ogni scatto cerco di interpretarle a mio modo, con la mia “visione“ del mondo”
“Dalla mia passione per la filosofia, alle mie letture, all’arte contemporanea, tutte queste realtà si rispecchiano nei miei lavori. La mia professionalità la sento molto fluida, il mio essere gallerista non lo vedo slegato dall’essere fotografa e nemmeno dall’essere stata insegnante di Filosofia presso un Liceo privato, dove mi divertivo con i miei studenti a parlare di Kant”
“Ho aperto la mia pagina su Instagram un po’ per caso nel 2014 e avendo già un po’ di seguito su Facebook, poiché pubblicavo delle mie poesie e altri contenuti vari, iniziai ad avere subito un po’ di followers”
“Tengo davvero molto ad interagire con i miei followers, ho sempre risposto a tutte le persone che mi scrivevano, facendomi dei complimenti, chiedendomi un consiglio o se avevo letto un determinato libro (sono una lettrice accanita e molto spesso pubblico ciò che leggo). Quello che non faccio è postare la mia vita privata, perché per me mantenere questo tipo di privacy è importante, mi interessa far parlare di più le mie immagini”
“Avevo creato anche una rubrica simpatica chiamata “Nonna Olga” dove chi voleva si poteva confidare con me e nel mio piccolo ho cercato di essere un supporto. Ho sempre avuto un approccio molto umano con le persone, ma questo soprattutto lo devo a mia madre e al suo lavoro da insegnante, al legame di empatia e affetto che riusciva a portarsi negli anni, anche quando questi non erano più suoi studenti”
“Il workshop fotografico “Anatomia di un Amore” realizzato con l’annuale festival di fotografia organizzato dal Comune di Padova, nasce anche per questo. Esso è legato a questo “riscoprire quel senso di umanità” andato un po’ a perso e centrato sulla accettazione di sè stessi, al rendere giustizia ai propri difetti, smagliature o rughe d’espressione, in sfida con i canoni estetici tradizionali. Mi sono ritrovata dopo gli scatti ad essere percepita come un’amica, alla quale potersi confidare e chiedere consigli. Il mio lavoro non si ferma allo scatto di una foto, alla prestazione di un servizio, per me è anche molto importante il dialogo, il rapporto che si instaura tra due persone che collaborano assieme e che quindi si conoscono”
“Molti mi hanno conosciuta grazie a degli scatti fatti alla modella Gigi Hadid. Ero a Parigi e stavo lavorando nel backstage della sfilata di Off-White con il designer Virgil Abloh, che purtroppo è venuto a mancare di recente. La passerella della sfilata aveva un campo di garofani bianchi e i modelli sfilavano in mezzo a questi fiori. E’ stata una delle ultime sfilate del brand, prima della pandemia. I garofani erano presenti anche nel backstage e quindi mi è venuta questa idea di prenderne uno, coprire un occhio e lasciare l’altro visibile. L’agenzia per cui lavoro vende le immagini alle grandi testate, la modella poi ha trovato la foto e l’ha postata sul suo profilo Instagram, quindi la foto è diventata virale”
“Il Covid ha fermato alcune mie attività, una di queste è l’organizzazione di una mia mostra personale in programma per fine febbraio 2020 e rimandata purtroppo fino a data da destinarsi. Quest’anno mi piacerebbe riprendere questo progetto rimasto in sospeso, è un piccolo traguardo che mi sono promessa di raggiungere”
“So che a volte posso sembrare di primo acchito molto concentrata su me stessa, ma la realtà dei fatti è che sono solo estremamente determinata. Ho scelto di dare spazio al mio talento e di farlo crescere. Avere fiducia nelle proprie potenzialità è una componente essenziale per poter raggiungere importanti risultati”
“Sono consapevole di aver sacrificato molto della mia sfera privata, in passato, per il mio lavoro e per il mio non facile percorso. Se mi fossi creata una famiglia in quel periodo, non avrei potuto avere la possibilità di fare certe scelte in autonomia come studiare e lavorare in città diverse e iniziare questo percorso molto giovane. ma non me ne pento. C’è un tempo per tutto. Sicuramente i lavori “artistici“ richiedono una dedizione quasi totale soprattutto agli inizi, quando si viaggia moltissimo e senza orari per poter costruire su solide basi il tuo futuro”
“Tutto ciò che ho realizzato e mi auguro realizzerò lo devo a me stessa, alla mia passione e ai miei sacrifici, alla mia determinazione“
