Geologismi è l’atelier di Valentina, ceramista con la passione per il valore intrinseco dei materiali. I suoi oggetti – oltre ad avere la loro funzione – sono animati da uno spirito poetico, che li porta ad essere qualcosa di più. Le sue creazioni seguono linee semplici, ispirate a forme organiche, con smaltature che richiamano i colori della terra.

“Mi chiamo Valentina, sono la ceramista dello studio Geologismi. Il mio percorso è un po’ tormentoso: mi sono avvicinata alla ceramica non per caso, ma come sviluppo del mio amore per i materiali. Avevo fatto un corso di ceramica da piccola. Io sono originaria di Bari. A 14 ho fatto un corso molto specifico e professionale sulla ceramica funzionale. All’università ho studiato Ingegneria dei materiali e mi sono specializzata sui materiali ceramici. Mi interessava studiare la materia, capire le cose concrete del mondo. Questo mi aiuta a tenermi con i piedi per terra, invece di svolazzare con la mente. Studiare i materiali mi ha aiutata ad ancorarmi al presente, al concreto. Ho lavorato dieci anni nelle ricerche universitarie sui materiali ceramici per applicazioni diverse (industriali, biomediche…). Io ho studiato al Politecnico di Torino e lì ho proseguito facendo anche il dottorato. Ho vissuto diversi anni negli USA, dove facevo la ricercatrice in Scienze e tecnologie dei materiali. Materiali ceramici per applicazioni biomediche (protesi ecc). Comunque, poi mi sono interessata a vedere i materiali da un altro punto di vista: aspetti più reali, più umani e quotidiani. Ho iniziato a seguire dei corsi di ceramica, negli Stati Uniti e poi ho iniziato a lavorare per dei ceramisti nei loro studi. unendo così il background tecnico-scientifico con la parte tradizionale. Quando sono tornata a Padova ho deciso di aprire il mio studio”
“Dopo un po’ di indecisione, abbiamo deciso nel 2018 – insieme al mio compagno (anche lui viveva negli Usa) – di stabilirci a Padova. A quel tempo aspettavamo un bambino e abbiamo deciso di volergli offrire un’infanzia in una realtà cittadina più piccola, rispetto a New York. Ci sembrava un po’ faticoso rimanere là. Spostarsi da New York a Padova è stata una scelta tosta, ancora oggi siamo un po’ indecisi e talvolta abbiamo dei ripensamenti. All’inizio volevamo dividerci un po’ fra queste due realtà così diverse, ma il Covid ha scelto anche per noi, facendoci rimanere qui a Padova”
“Il laboratorio è nato all’inizio nel 2021. Volevo aprire una bottega vicino al centro storico. Gli spazi a Padova sono difficili da trovare e vorrei trovare uno spazio più grande e più idoneo, perciò sono sempre alla ricerca di un luogo in cui possa finalmente espandere il mio laboratorio. La cosa che mi piace di più di Padova è la possibilità di lavorare vicino al centro storico e soprattutto vicino a casa. Mi piace avere la possibilità di potermi muovere a piedi o in bicicletta, anziché essere costretta a prendere l’auto, questa la trovo un’enorme fortuna”
“Il laboratorio è aperto a dei corsi da quest’anno. Ho sentito che c’era il bisogno per le persone di iniziare un percorso con cui far fare loro “cose con le mani”, la richiesta era davvero alta e non mi sono tirata indietro grazie al supporto e aiuto della mia collaboratrice Nina. I corsi variano, ci sono i corsi di tornio e di modellazione manuale. Insegnare non è facilissimo, ma mi piace molto, perché imparo sempre qualcosa anche io, sia sulla ceramica, che sulle persone. Nei corsi vorrei che passassero i miei valori, non estetici ma etici. È molto difficile spiegare senza che sembri un’imposizione da parte mia, ma bisogna dar valore agli oggetti, non bisogna farsi lasciar prendere dalla sovrapproduzione. Vorrei che tutti seguissero queste piccole “norme”. E’ importante dar valore alla materia e agli oggetti prodotti. non voglio che questo possa sembrare una lezione. C’è bisogno di riflettere su queste cose e vorrei che anche loro stessi facessero una riflessione di questo genere“
“L’argilla è un materiale facilmente reperibile, ma è comunque una risorsa. È un materiale particolare, che si plasma per dar vita alle proprie idee. Ma una volta cotto rimane fermo per sempre, non si ricicla. È una responsabilità che io sento come artigiana, ma che vorrei sentissero anche tutte le persone che vengono qui per i corsi. State creando qualcosa che poi rimarrà per sempre. Bisogna imparare ad amare ciò che abbiamo attorno e capire per realizzare qualcosa ne deve valere davvero la pena“
“Faccio dei corsi per bambini, ma nelle scuole, nelle quali organizzo dei laboratori. I bambini sono molto entusiasti: si fanno coinvolgere molto dal potenziale della creatività. Con alcuni bambini di una scuola parentale abbiamo fatto un progetto carino: lavorare l’argilla. Hanno una scuola sui colli immersa in un parco. Mi hanno portato in un deposito di argilla, che avevano trovato per caso giocando, che abbiamo raccolto, per poi poterla lavorare”
“Abbiamo, inoltre realizzato, delle piccole medagliette e dei vasi con della terracotta commerciale e per loro è stato importante vedere da dove proviene il materiale e quanto tempo ci voglia per lavorare questa materia e come questa cambi”
“La ceramica si porta dietro tutta la storia della lavorazione, ma anche la storia geologica di millenni di trasformazioni di rocce, minerali e accumuli. Si porta dietro la storia di chi l’ha modellato: la forma delle mani e delle impronte. Rispecchia apertamente chi l’ha creata. La ceramica non mente: non si possono correggere molto gli errori. Quando gli oggetti vengono fatti a mano, tutti i materiali sono “sinceri”, portano sempre dietro a sé l’artigiano che le ha fatte, con il suo tocco e suoi errori“
“La possibilità di entrare in contatto con le persone, essere consapevole del fatto che quello che fai poi viene usato e maneggiato e diventa caro alle persone nel loro quotidiano. Io lavoravo per dei progetti che avevano degli scopi “utili” e applicativi. Sviluppavo un materiale che doveva servire per una protesi, era una cosa che faceva del bene alle persone ma non entravo mai in contatto con chi poi riceveva il materiale”
“In questo nuovo lavoro noto come le persone utilizzino il mio prodotto, come sentano e tocchino le cose che produco. Questo rapporto prima non c’era. Il bello di questo lavoro è che è molto poliedrico: l’artigiano è il centro della produzione ed è a stretto contatto con le persone. Ti rendi conto che quello che fai ha senso. Crei per dare le cose agli altri ed è questo quello che mi piace“
“Con la mente aperta si possono fare moltissime cose. Degli oggetti che sono umili e insignificanti possono essere un vincolo che collega alle persone che li usano”
“Tutte le cose che realizzo, le faccio pensandoci molto bene, cerco di non produrre senza che ci sia un pensiero e un progetto dietro. Mi piace molto realizzare i vasi, così riesco ad esplorare le forme e giocare molto con le proporzioni. Danno molta libertà di realizzazione, come le tazze, che sono un oggetto che si tiene in mano e che creo, tenendo cura della sua superficie, in cui chi la tiene in mano può esplorare anche i difetti e sentire il carattere del materiale. Mi danno molta soddisfazione. Questo contatto intimo con le mie mani e le mani delle persone è qualcosa che mi emoziona“
“Il nome scelto per la mia attività è stato inventato da me. Geologismi e la sua etimologia: parole di terra. Geo: terra e Logos: discorso, parole. Gli oggetti vorrebbero parlare – non di me che li ho realizzati – ma del loro materiale. A volte vorrei essere trasparente e non comparire nel prodotto, nel mio oggetto. Vorrei essere solo un artigiano che ha fatto queste cose e queste cose hanno vita loro e raccontano o suscitano ed evocano delle cose, a prescindere da me. Parlare di come siamo fatti, di come sono fatti”
Mathilde Sorice
Matilde Bicciato