Nel cuore di Padova, Enrico Paccagnella porta avanti un mestiere antico: l’artigiano gioielliere. Maestosa l’idea che lo muove, pulito e minimale l’effetto finale: il gioiello contemporaneo. In un mondo che scorre veloce verso la soppressione di antichi lavori, Via Fiume 18 ci insegna ad amare il lavoro lento, manuale, imperfetto.
Via Fiume 18 (Enrico Paccagnella)

“Mi chiamo Enrico Paccagnella e sono il proprietario di “Via Fiume 18”. Ho sempre avuto la passione per i gioielli, sin da giovane. Per molto tempo sono stato un designer e, anche in quel contesto, avevo molto a che fare con la gioielleria. Ho sempre avuto una predisposizione per questo mestiere. Questo negozio è un po’ la mia vita”
“Lo stile di Via Fiume 18 è contemporaneo. La particolarità dei nostri gioielli risiede nell’avere idee originali e innovative che valorizzano la persona che indossa le nostre creazioni”
“Mi occupo della progettazione di tutti i gioielli. Sono tutti realizzati a mano. Li disegno – sempre a mano – partendo da una bozza generica, fino ad arrivare al progetto specifico. Dopo di questo, procedo alla scelta del materiale adatto. Tutto parte dall’idea: dar vita ad un oggetto – nello specifico ad un gioiello che avrà un rapporto strettissimo con la persona che lo sceglierà – significa cercare di entrare in sintonia con qualcuno, creare un legame. Io voglio che il mio lavoro sia un modo per comunicare con gli altri. Credo sia questo il ruolo dell’artigiano”
“I passaggi della realizzazione sono diversi: si passa dal bozzetto cartaceo alla creazione di un prototipo. Uso diverse tecniche, ma la mia preferita è quella della cera persa, perché dà la possibilità di lavorare più a contatto con il metallo. Praticamente funziona così: si realizza il modello in cera, in fonderia si crea il gioiello grezzo, che poi dovrò ulteriormente migliorare, lavorandolo e saldandolo”
“Questa tipologia di lavoro è sempre più rara al giorno d’oggi. Non solo è difficile trovare artigiani che usino tecniche strettamente manuali, ma è complesso anche reperire la materia stessa. La maggior parte dei produttori – oggi – usa il computer. Io so usare il computer, ma non voglio usarlo per questo lavoro. Voglio che questi gioielli siano associati ad una lavorazione assolutamente artigianale”
“Ho imparato questo lavoro facendo un corso di gioielleria della durata di tre anni. Dopo di ché, è successo un po’ tutto autonomamente, dal momento che di base sono dotato di una buona manualità ed ho una formazione da designer. Ho avuto dei maestri, persone che mi hanno insegnato molto. Bruno Munari è stato un punto di riferimento fondamentale: ho letto molti suoi scritti e continuo a farlo tutt’oggi. La mia passione si è sviluppata insieme al lavoro: le due cose sono andate di pari passo”
“La gioielleria – oggi – è un abbellimento, una moda. E va benissimo! Io, però, desidero che un gioiello sia anche il tramite di un’idea, di un concetto, di una determinata sensibilità”
“Il negozio nasce dodici anni fa. Ho iniziato lavorando la pelle ed ho smesso poco dopo: è un materiale tecnicamente un po’ problematico. Compravo la pelle da grandi marche, ed era pelle particolare. Purtroppo è diventato sempre più difficile reperire il materiale, anche da un punto di vista strettamente burocratico. Da quel momento mi sono rivolto al metallo, che già lavoravo per passione. Per la maggior parte, uso bronzo e argento”
“Abbiamo diverse collezioni: Minimal Vitruviani, Minimal Platonici, Calypso, Bènkara, Henry River. I Vitruviani trovano la loro ispirazione negli studi di Leonardo da Vinci. Questi gioielli sono una rappresentazione delle forme geometriche fondamentali: il cerchio, il quadrato, il triangolo equilatero. Queste forme hanno una grandissima simbologia alle spalle, e noi la valorizziamo. Allo stesso modo, i Platonici trattano le forme care a Platone: il cubo, il tetraedro, l’ottaedro, l’icosaedro, il dodecaedro. Questi solidi sono, da Platone, ricondotti agli elementi fondamentali dell’Universo. Per realizzare tutti questi oggetti mi faccio aiutare da un gruppo di artigiani vicentini. Questo mi permette di ottimizzare i tempi di produzione”
“La Collezione “Henry River” è la mia: mi chiamo Enrico e “river” è la traduzione di “fiume”. Qui si possono trovare più o meno tutte le mie creazioni”
“Ogni creazione ha un suo particolare: per esempio gli scudi, sono battuti a mano, nei bracciali a fascia sono rappresentati dei paesaggi, i gioielli preistorici invece si ispirano ad un disegno di un coccio di 6500 anni fa, nonostante ciò sono modernissimi per la loro dinamicità. I materiali vengono scelti – sempre da me – man mano che si progetta il gioiello da realizzare. Scelgo il bronzo quando voglio ottenere un risultato più “materico”, spesso, resistente. È un materiale fantastico: dura in eterno, durerà più di noi. L’argento, invece, è più duttile, tende a piegarsi più facilmente”
“Padova è una città molto particolare: è attenta ai gusti contemporanei e i padovani apprezzano i miei lavori per il design, la lavorazione e la qualità”
“Il mio design si ispira alla natura. La natura è perfetta. È qualcosa di inestimabile, di meraviglioso. Posso solo cercare di imitare la natura, replicarne la bellezza è impossibile. Il designer analizza il prodotto da tutti i punti di vista, a differenza dell’artista. L’artista si concentra sulla realizzazione di un oggetto originale. Quando penso ad un modello di gioiello, penso alla donna che lo potrà utilizzare, alla sua altezza, alla sua forma. Cerco sempre di guidare i miei clienti nell’acquisto, cercando di consigliare il pezzo che sia più in sintonia con i loro volti, con le loro forme. Il gioiello deve risaltare all’interno del look della persona e valorizzarla. Allo stesso modo, il volto e il corpo di chi indossa le mie creazioni ne valorizza lo stile e la lavorazione”
“La mia più grande soddisfazione è sapere che i clienti sono contenti e che, quando indossano i miei gioielli, ricevono complimenti. Ci capita di spedire i nostri prodotti anche a clienti esteri che si ricordano di noi, dopo essere passati per Padova”
“Abbiamo omaggiato Federica Pellegrini con alcuni dei nostri gioielli, che poi ha indossato il giorno del suo compleanno. Le abbiamo inviato gli earcuff Henry River e un icosaedro dalla collezione “Minimal Platonici”, la forma che rappresenta l’acqua”
